Si dice che a Gubbio gli abitanti aspettino il passare dell’anno solamente per i Ceri, ed è assolutamente vero. Sono di sicuro l’evento più atteso della città, e anche uno degli eventi più famosi e storici di tutta l’Umbria.
L’evento ha quasi mille anni, ed è incredibile come lo spirito resti intatto da generazione a generazione. Gli studenti eugubini fuori sede tornano per partecipare, non importa quante lezioni perdono o se hanno degli esami da dare. L’affezione è enorme e nessuno vuole perdersi l’occasione simbolo della propria città. Oltre ai ceri normali, trasportati dagli adulti, ci sono anche quelli mezzani che portano gli adolescenti tra i 15 e i 24 anni e quelli dei piccoli che vengono trasportati dai bambini. Non importa quale sia la tua età, tutti sono partecipi e attivi durante la manifestazione.
La corsa parte alle 18 del pomeriggio di ogni 15 maggio, dall’ora di pranzo fino alla partenza c’è la “mostra” dove i ceri sono fermi e tutti possono andare a vederli da vicino e toccarli. In questo momento anche le donne e gli anziani li sollevano, visto che partecipare alla gara sarebbe troppo faticoso ma tutti devono avere avere questa opportunità.
I Ceri sono alti 5 metri e pesano 300 kg, e gli eugubini li trasportano in spalla per 4km attraversando le strade della città salendo fino alla Basilica di Sant’Ubaldo in cima al Monte Ingino, correndo.
In teoria dovrebbe essere una gara, ma la verità è che alla fine deve sempre vincere Sant’Ubaldo: lui attraversa la porta della Basilica, la richiude alle sue spalle e festeggia all’interno da solo. Una volta finito fa entrare gli altri e festeggiano tutti insieme. Volendo aggiungere un minimo di competizione, l’unica cosa che possono fare gli altri due Santi è provare ad entrare insieme a Sant’Ubaldo per poter festeggiare da subito. L’ultima volta è successo nel 2014, ed è ovviamente un evento che manda in delirio tutti i presenti, partecipanti e spettatori.
Ma la tradizione non si ferma alla gara in sé, l’attesa coinvolge tutta la città già a inizio anno e nelle settimane precedenti al 15 maggio, giorno culmine in quanto festa del patrono della città, Sant’Ubaldo. Dal 23 aprile, giorno di San Giorgio, sono iniziate le cene nelle taverne che proseguiranno fino al 2 giugno. I Santi da festeggiare sono tre e sono gli stessi la cui statua viene issata in cima ai tre ceri: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio Abate, rispettivamente protettori dei muratori, commercianti e contadini.
Per ogni celebrazione vengono allestite cene nella piazza principale, Piazza Grande, o in altri luoghi storici, e si organizzano cene che vanno avanti per tutta la notte.
Addirittura le prime tre feste, chiamate Vejoni, partono dalla fine di gennaio e vengono ripetute per tre sabati di fila. I Vejoni sono dei gran gala per celebrare il capodieci (massima autorità del cero e quindi responsabile della corsa) in cui si indossa smoking e abito lungo, e da dopo il cenone si balla fino alle 6 della mattina dopo.
Ma se non sei di Gubbio e vuoi partecipare lo stesso? Ti sentirai subito a tuo agio. Il clima di festa si respira in ogni dove e nessuno viene escluso. Vestiti come fa tradizione (pantalone bianco, camicia del colore della famiglia di ceraioli che preferisci, fazzoletto al collo e fascia in vita), scegli la taverna e lasciati trasportare dalla follia degli eugubini, conosciuti in tutto il mondo per essere un po’ pazzi. Non appena saranno finiti i festeggiamenti per la gara e tutti saranno tornati in paese per la vera festa ti sentirai coinvolto come se vivessi lì da sempre. Se camminerai per strada senza avere un bicchiere in mano te ne passeranno cinque contemporaneamente.
Puoi addirittura decidere di fare come gli abitanti delle frazioni limitrofe, che sono soliti organizzarsi in gruppi e affittare degli appartamenti per l’intero mese di maggio per poter stare in centro e godersi la tradizione nella sua interezza.
Se ancora non credete alla maestosità dei Ceri di Gubbio, sappiate soltanto che da diversi anni la festa viene addirittura replicata nei minimi dettagli nella città di Jessup, in Pennsylvania. Ma noi siamo i fortunati che possono godersi l’originale a Gubbio, in Umbria.
Jaele Fo