Il Rumore Bim Festival è un innovativo contest dedicato a Raffaella Carrà in cui si cercano di valorizzare e promuovere i protagonisti dello scenario artistico italiano di domani nelle varie discipline: canto, ballo, danza e musical, musica e recitazione. La manifestazione giunta alla seconda edizione non è solo un semplice concorso per nuovi talenti, ma un vero e proprio percorso di accompagnamento e crescita degli artisti. Rumore Bim Festival consente di seguire masterclass tenute da professionisti che interagiscono in modo costruttivo con i ragazzi. Tra questi, Marco Masini, Samuel Peron, Raimondo Todaro, Enzo Paolo Turchi e tanti altri.
Simone Minelli, 28 anni da Deruta, in arte El Minee, dopo aver superato la prima fase regionale e la semifinale nazionale affronterà tra un mese la fase finale a Bellaria e noi del Magazine Umbria Giovani siamo andati ad intervistarlo ripercorrendo dall’inizio la sua passione per il canto.
Ciao Simone. Quando e come nasce la passione per il canto?
“Nasce per gioco quando avevo circa 7 anni. Passavo le estati con i miei coetanei nel piazzale del condominio e un pomeriggio abbiamo avuto l’idea di giocare a Sanremo. Praticamente ognuno aveva un giorno di tempo per scegliere una canzone e il giorno successivo avremmo fatto la gara. Io scelsi il pezzo che poi fu la prima canzone ed esibizione della mia vita. Era Io Vagabondo dei Nomadi che ricordo di aver ascoltato ore intere dal lettore di musicassette per impararla a memoria. Da lì mi appassionai sempre di più alla musica anche perché mi accorsi che forse avevo un piccolo talento che potevo coltivare”.
Perché come nome d’arte “El Minee”?
“Nel corso degli anni ho ricevuto molti soprannomi dai miei amici e dalle persone accanto a me. Diciamo che il mio segno distintivo, di riconoscimento, oltre ad essere il mio soprannome preferito è ‘Minee’ (mi raccomando con due ‘e’). Le due ‘e’ arrivano dalla scritta simpatica di un’amica su un regalo di un compleanno, che mi hanno fatto innamorare di quella singolarità. Quindi per la mia carriera artistica ho scelto che il mio nome d’arte sarebbe stato ‘El Minee’”.
Hai un artista in particolare che stimi tantissimo?
“Ho una visione molto ampia della musica e quindi anche dei miei generi preferiti. Sono un nostalgico, amante della dance anni 80-90 ma anche del rock e del pop. Come tutti ho dei cantanti preferiti ma più che per le canzoni per ciò che trasmettono. Uno è Max Pezzali con gli 883 che porto con me da quando ero un bambino perché penso che con lui trovi un testo per ogni cosa della tua vita e spesso sembra parli
proprio di te. L’altro è Freddie Mercury che per alcuni aspetti è quel tipo di personaggio sul palco, frontman che sotto sotto mi piace essere. Quando canto cerco di essere sempre originale perché per me il testo e la musica sono un mezzo per trasmettere ciò che sei e ciò che hai dentro. Quindi colgo qualche sfumatura dai miei artisti preferiti ma provo ad essere sempre me stesso”.
Chi ti conosce sa che il tuo studio è un po’ il tuo mondo dove oltre a provare ti puoi esprimere in musica come fosse una valvola di sfogo.
“Sì, lo studio che ho ricavato da una camera di casa è il mio mondo da quando ero piccolo. È stato luogo di crescita, di giochi, di studio per la scuola e di prove per gli spettacoli teatrali ripassando ore e ore le parti. Poi da 5 anni l’ho un po’ modificato insonorizzandolo, dotandolo di microfoni da registrazione con PC all’avanguardia per il montaggio audio/video e per la grafica che è la mia vita professionale. Insomma il mio studio è il luogo forse dove la mia creatività ha avuto le sue ispirazioni e dove è partito ciò che poi ho raggiunto e ottenuto nella vita”.
Prima hai parlato di prove per gli spettacoli teatrali. Hai anche questa passione?
Che spettacoli hai fatto?
“Sì, un’altra mia passione non da meno è il teatro che arriva molto dopo quella del canto e nasce tra le mura dell’Istituto d’arte di Deruta. In quegli anni si occupava a grandi linee anche della cinematografia e del teatro e la mia fortuna è stata quella di trovarmi in una classe coesa che poi fuori dalle ore scolastiche approfondiva questo studio. Da lì ho fatto successivamente corsi di teatro e partecipato con compagnie del posto per poi arrivare a uno degli spettacoli a cui sono molto legato. Con il rione Borgo al Palio della Brocca 2017 ho fatto il musical sulla vita di Caterina d’Alessandria patrona dei ceramisti di Deruta. È stata una profonda emozione unire le due passioni per il teatro e il canto, davanti al numeroso pubblico di casa”.

Che rapporto hai con il palcoscenico? Paura e tensione prima di esibirti?
“Il palcoscenico è dove mi sento libero da tutto e lì mi sento veramente invincibile. Il palco è paura e ansia prima di entrarci che poi diventa emozione, sicurezza e libertà quando ti ci trovi sopra. La miglior cosa che il palcoscenico può regalarti alla fine è il sorriso del pubblico, che per me vale più di qualsiasi altra cosa”.
Parliamo del Rumore Bim Festival. Raccontaci le tue esperienze nella prima fase regionale e la semifinale nazionale.
“Rumore Bim festival è una bellissima esperienza di crescita e come ribadito molte volte dagli organizzatori non è un concorso ma un percorso poiché al di là del casting in sé ci si può confrontare con artisti e personaggi del mondo dello spettacolo in delle masterclass molto interessanti. Mi sono iscritto quasi per gioco e alla fase regionale svoltasi presso il Caffè Brama di Ellera ho portato la cover Falco a metà di Gianluca Grignani. È stata veramente una bella serata poi conclusasi con il passaggio del turno alle semifinali nazionali che si sono svolte a Bellaria Igea Marina. Lì ho portato invece la cover Tango di Tananai. Non mi aspettavo di passare alla finale però in
qualche modo era quello che sognavo”.

E ora? Cosa ti aspetti dalla finale?
“Ora il percorso continua. Andrò lì dando il massimo, in nome di tutto l’impegno che mi ha portato fino a questo punto. Poi come andrà andrà ma sarà comunque un successo”.
Cosa ti senti di dire a chi come te a una passione, un sogno nel cassetto?
“A chi ha delle passioni e dei sogni come me dico solo una cosa: non arrendetevi al primo ostacolo, anzi benedite le sconfitte, ringraziate i secondi posti perché spesso sono più preziosi dei primi. Quando si cade bisogna sempre avere il coraggio di rialzarsi e già facendo solo quello si è fatto meglio di prima. Sognare è gratis, non bisogna arrendersi mai. Questo è quello che mi sento di dire a chi come me ha un
sogno nel cassetto qualunque esso sia”.
Per seguire “El Minee” sui social:
Facebook: https://www.facebook.com/simone.mineeminelli
Instagram: @minee.95
Marco Schiavoni