Pozzo, la prima zona rossa in Umbria: i paesani raccontano

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Pozzo è un piccolo paese umbro di circa 500 persone nel comune di Gualdo Cattaneo conosciuto fino a qualche mese fa per la sagra della Frittella, festa paesana che a metà luglio per 10 giorni allieta le serate dei pozzolani e non solo. 

Purtroppo nelle ultime settimane la comunità è diventata famosa per essere stata la prima zona rossa in Umbria. In pratica è diventata una sorta di città blindata, dove non si può né entrare né uscire se non per garantire servizi essenziali di prima necessità. All’ingresso del paese erano presenti carabinieri, polizia, guardia di finanza e anche un mezzo dell’esercito con lo scopo di far rimanere isolata la frazione evitando l’espansione del focolaio. La Presidente della Regione Donatella Tesei ha deciso di istituire dalla sera del 27 marzo la zona rossa a Pozzo a seguito di 21 persone positive (5,5 % della popolazione e 84% dei tamponi eseguiti positivi) e 32 in isolamento (13,9%).  Le cause del focolaio sono un’occasione legata ad una laurea (forse la discussione) e le elezione suppletive con uno dei militari presenti che era positivo. Durante queste due settimane sono stati eseguiti tamponi a tutta la comunità e dopo aver accertato che il numero delle persone positive al coronavirus erano 8 sui 434 tamponi eseguiti con kit rapido, la zona rossa è stata sciolta e il paese è tornato alla vita di tutti i giorni rispettando ovviamente tutte le restrizioni a livello nazionale.

fotopozzo

“Quando abbiamo ricevuto la notizia della zona rossa a Pozzo è stato uno shock per tutti anche se era nell’aria perché già dal pomeriggio le autorità sanitarie erano molto preoccupate per la situazione. Se ne siamo usciti a testa alta dobbiamo ringraziare tutti per la grande collaborazione: farmacie, alimentari della zona, Protezione Civile, vigili del fuoco e Croce Rossa che si sono dati da fare sia per la consegna di beni di prima necessità all’ingresso del paese o direttamente a casa, sia per l’accompagnamento a persone che avevano necessità di recarsi in ospedale. Ci tengo comunque sia a dire che tutti i servizi di consegna a domicilio sono rimasti invariati anche ora che Pozzo non è più zona rossa”, ci dice Enrico Valentini, sindaco di Gualdo Cattaneo.

Noi del Magazine Umbria Giovani abbiamo raccolto anche varie testimonianze di alcuni abitanti che ci hanno raccontato come stanno vivendo e in particolare come hanno passato questi 14 giorni di zona rossa.

“Sono state due settimane non semplici perché non ci potevamo muovere dal paese e se dovevamo fare qualche commissione in cui era necessario spostarsi da Pozzo dovevamo delegare qualcuno. Per la spesa, fortunatamente avevamo una piccola bottega molto fornita che faceva anche la consegna a domicilio per chi ne aveva bisogno. Poi vogliamo ringraziare la Protezione Civile per la consegna di medicinali e altri beni direttamente a casa. Quando la zona rossa è stata sciolta ci siamo sicuramente sentiti più liberi e tranquilli perché comunque sia prima si aveva l’impressione di vivere in un paese blindato e isolato dal resto del mondo”, ci testimoniano due paesani storici, Alessio Cimarelli e suo padre Pietro.

“In questo periodo di coronavirus in cui dobbiamo restare a casa ti rendi conto di quanto prima non si apprezzavano le piccole cose ma si dava tutto per scontato. Ma soprattutto comprendi l’importanza e la bellezza di un bene come la libertà. Se mi chiedessero cosa mi manca di più rispondo senza dubbio uscire con gli amici e andare a vedere con loro le partite della squadra locale”, continua Alessio.

La notizia del primo paese umbro zona rossa ha sconvolto molti paesani e non solo, tra cui Dino Schiavoni (mio padre, ndr) che ha trascorso circa 40 anni a Pozzo.

“Io in questo periodo seguo molti telegiornali e appena appresa la notizia ovviamente sono rimasto a bocca aperta visto che lì ci sono nato e cresciuto prima di venire ad abitare qui a Deruta ed essendo un piccolo paese di circa 500 persone ci conosciamo tutti. Sono felice però che anche se con tutte le dovute precauzioni del caso la situazione sia tornata più o meno tranquilla e sotto controllo. Diciamo anche che sono un po’ pessimista di natura ma spero presto di uscire da questa situazione e che rimanga solo un brutto lontano ricordo”.

Danilo Fiorelli, musicista di un’orchestra umbra e ovviamente pozzolano ha deciso invece di realizzare personalmente questo video. “È una dedica che faccio dal profondo del cuore e anche la musica non è casuale. Infatti ho scelto di suonare proprio la danza del sole nella speranza che quella stella torni presto a illuminare non solo le nostre giornate ma anche i nostri sorrisi e la nostra anima. Consiglio, a tutti i paesani ma non solo, di non mollare, stringere i denti nella speranza che presto torneremo tutti a stare insieme e ad abbracciarci più forte di prima”.

Marco Schiavoni