Popup, due anni dopo

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Popup è il bar-libreria che ormai da due anni e qualche giorno funge da polo aggregativo nella zona di via Birago, a Perugia, tra eventi e iniziative rivolte agli abitanti del quartiere e non solo. In occasione di questo anniversario ho chiesto a Filippo Costantini, uno degli ideatori del progetto, di raccontarmi come sono passati questi ultimi due anni.

L’idea di Popup nasce, in realtà, diverso tempo prima dell’apertura vera e propria. In un bando di Ater Umbria del 2019, spazi abbandonati di tutta la regione potevano essere messi a disposizione per iniziative culturali di rigenerazione urbana. La presenza, tra questi, dello spazio che per anni era appartenuto al fruttivendolo di via Birago ha dato lo spunto all’associazione MenteGlocale, che attraverso alcuni membri era già presente nella zona, di realizzare un progetto in collaborazione con altre realtà del quartiere quali l’associazione di residenti e commercianti CAP 06124, lo studio editoriale Settepiani e il gruppo di ricerca informale di architettura e urbanistica Defrag. Nell’estate 2020 veniva annunciato l’inserimento in graduatoria del progetto, e terminati i lavori di ristrutturazione Popup apriva ufficialmente il 21 aprile 2021.

Popup è quindi diventato un riferimento all’interno del quartiere, sia fungendo da punto d’incontro per gli abitanti o gli avventori della zona, sia promuovendo iniziative quali un gruppo d’acquisto, laboratori e incontri con ospiti, “tante attività che secondo noi, da residenti e cittadini prima di tutto, ci sembrava che mancassero nel quartiere ma anche un po’ in tutta la città”, come mi spiega Filippo.

“Questo spazio”, continua, “con un bancone di un bar, una piazza in cui facciamo le attività e dei libri, per forza di cose è uno spazio molto ibrido. Quindi i primi tempi le persone che ci frequentavano ci chiedevano anche come funzionasse. Ci sono tanti posti anche nelle città più grandi o all’estero in cui spazi del genere sono più comuni, ma qui mancava. Noi abbiamo visto come funzionava in giro, abbiamo appurato che fosse un’idea che si poteva replicare e l’abbiamo replicata, chiaramente calandola nel quartiere e nel territorio. Quindi in questi due anni si è costruita un po’ più di abitudine, con persone che vengono anche qui a studiare o che arrivano da altre parti di Perugia”.

O anche da fuori città, dato che Popup ha ospitato, ad esempio, incontri con Zerocalcare o Matteo Caccia di Radio24, mentre a breve arriveranno, tra gli altri, Christian Raimo e Matteo B. Bianchi. Questo sempre precisando che “una cosa a cui teniamo molto rispetto alle attività è che evitiamo che siano fini a se stesse, per cui anche il personaggio conosciuto è sempre inserito all’interno di un percorso che stiamo portando avanti”. Il tutto all’interno di un quartiere, per così dire, tra il centro e la periferia che fino al quel momento era stato un’area secondaria di Perugia, quando non un posto proprio da evitare a causa di episodi di microcriminalità e un generale stato di abbandono.

“Noi in questi anni abbiamo lavorato, secondo me con ottimi risultati, con diverse realtà che si occupano di cultura a 360 gradi, come ad esempio la Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), con la Biblioteca delle Nuvole, con Omphalos. La nostra idea è di continuare su questo percorso, e di riuscire a fare rete all’interno di tutta la città”.

Leonardo Colaiacovo