Non accettare drink dagli sconosciuti
rubrica in 6 episodi
Con il nostro barista di fiducia siamo soliti instaurare un grande rapporto confidenziale, ma in modo sbilanciato: è sempre lui a sapere molte più cose di noi che non viceversa.
La seguente rubrica intende far conoscere le storie di gestori e dipendenti dei sei più interessanti locali notturni del Perugino e più in generale dell’Umbria, che spesso ai cocktail abbinano molte altre invenzioni e idee. I loro racconti vi riserveranno parecchie sorprese.
“Non accettare drink dagli sconosciuti” sarà una rubrica leggera come un Mojito e fresca come una Caipirinha, ma anche strutturata come un Manhattan, e non le mancherà di certo lo spessore di un Negroni.
Ogni articolo finirà in un sorso.
Buona bevuta!
Ep.1 Vipere
Tempo di lettura: 1 americano
Circa dieci anni fa da Forma, storico negozio di abbigliamento perugino, Aiko Machii chiese alla sua neo-collega Elisa Fuso se conoscesse il griffoncino, rara specie canina.
“Certo!”, rispose Elisa. Aiko si voltò un po’ stupita. Forse aveva capito che da quel momento sarebbe nata un’amicizia duratura con quella ragazza appena arrivata. O forse no, pensò solo di aver trovato un’altra amante degli animali come lei e niente di più.
Fatto sta che quest’amicizia è nata per davvero e a nove anni di distanza, precisamente il 9 giugno 2018, le ha portate ad aprire insieme il locale Vipere, in piazza Piccinino. “Vipere” è il soprannome che gli amici di Aiko ed Elisa gli hanno affibbiato. “Anche se noi non abbiamo ancora capito perché”, ride Elisa
Il locale nel giro di poco tempo è diventato un punto di riferimento della vita notturna perugina e non solo per la qualità dei suoi drink. Vipere, infatti, oltre a essere un cocktail bar è un negozio di abbigliamento. Aiko ed Elisa, infatti, condividono soprattutto la passione per la moda.
Aiko ha studiato moda a Tokyo, alla Bunka Jyoshi Daigaku. Lei è originaria di Yokohama, non lontano dalla capitale giapponese, ed è venuta in Italia con l’idea di trasferirsi a Milano per lavorare nel settore. A Perugia è arrivata per studiare italiano all’Università per Stranieri, ma dopo aver conseguito il diploma di quinto livello qui si è sposata e sempre qui ha cominciato a lavorare in alcuni negozi di abbigliamento, spesso facendo contemporaneamente la cameriera di sera. Proprio in uno di quei negozi Aiko ha incontrato Elisa, che invece ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Anche Elisa ha lavorato in diversi negozi di abbigliamento, ma negli ultimi sette anni ha svolto il ruolo di segretaria in uno studio.
“Non faceva per me — racconta — Sentivo che la mia strada era un’altra. Parallelamente anche Aiko percepiva la necessità di aprire qualcosa di suo e così appena abbiamo potuto ecco che ci siamo lanciate in questo progetto”.
Le due visitano regolarmente i più importanti showroom di Milano e da lì riportano al locale capi esclusivi di marchi di alta moda come la londinese Miss L Fire e le giapponesi Chie e Anna Sui, ai quali a volte chiedono perfino personalizzazioni, magari applicando ai capi i colori del locale: viola, rosso e nero.
Ad accompagnare i capi di grandi marchi contemporanei c’è però anche grande attenzione al lato vintage. In particolare Aiko, nei suoi viaggi in Giappone, visita spesso diversi negozi vintage, molti a Kamakura, un paese vicino Tokyo, da cui riporta regolarmente chimono antichi. Passione mutuata dalla madre, che a sua volta li colleziona.
Subito dopo aver compreso il concept del locale, viene spontaneo chiedersi quante ricerche di mercato e studi di settore siano stati fatti dalle due amiche prima di aprirlo. E invece no.
“È venuto tutto un po’ per caso, a dire la verità — racconta Elisa — Siamo sempre state appassionate di moda, ma l’idea di farlo diventare anche un negozio di abbigliamento ci è venuta in mente dopo aver trovato questo locale. La sua struttura a tre piani (uno sotterraneo e l’altro rialzato, in cui risiedono principalmente i capi di abbigliamento, ndr), uniti da una scala a chiocciola, ci rendeva complicato ottenere i permessi per la messa a norma come cocktail bar e allora abbiamo pensato a questo ibrido”.
Ma a rendere speciale Vipere è anche il suo arredamento molto particolare. “Anche questo è stato dettato dalla necessità — incalza Aiko — Avevamo in mente molte idee per arredarlo ma tutto costava moltissimo. Allora abbiamo ideato e costruito tutto da sole, con l’aiuto di un solo muratore e qualche amico. Per il piano di sopra avevamo pensato a un pavimento in resina e invece ora è composto da delle carte da gioco e una parte del bancone viene da una recinzione di un giardino. Ci è voluto un anno ma ora siamo soddisfatte di quello che abbiamo realizzato”.
Un’altra particolarità del locale è il computer posizionato sul divanetto all’entrata, dal quale i clienti possono scegliere la musica da mettere. Ne escono playlist abbastanza disordinate ma comunque entusiasmanti.
“Anche questa è una trovata fortunata — confessa Elisa — Volevamo un bell’impianto stereo ma anche questo comportava una spesa non indifferente e allora come soluzione temporanea abbiamo pensato a un computer”.
“Ah, tra l’altro la cassa è del Postmodernissimo — dice Aiko rivolgendosi ad Elisa— Gliela dobbiamo ridare!”.
Aiko ed Elisa, per quanto riguarda i cocktail, si sono affidate al giovane barman Roberto Milanesi. Le due amiche lo hanno conosciuto al Free Ride, altro locale notturno di Perugia, mentre stavano allestendo il loro locale.
“Dei nostri amici ci avevano parlato di Roberto. Aveva cominciato da poco ma ci avevano detto che era diventato molto bravo nel giro di breve tempo”.
Roberto veniva dal mondo della ristorazione in cui lavorava da dieci anni come cameriere e si era affacciato da poco a quello della mixology.
“Ero in un periodo difficile con il lavoro. Cominciai quasi per caso al Caffè della Penna — ci spiega — ma mi esaltò fin da subito poter creare qualcosa per i miei clienti. Da lì cominciai a seguire dei corsi all’Università dei Sapori e la passione di uno degli insegnanti, Francesco Merini, mi catturò completamente e mi fece capire che questa era la strada che dovevo intraprendere”. Nonostante una serie di prime esperienze poco esaltanti, Roberto non si fece abbattere finché un po’ per caso arrivò la conoscenza con Aiko ed Elisa. “Mi fecero preparare un Whiskey Sour. Piacque ad entrambe e la settimana dopo l’apertura del locale ero dentro. Aiko ed Elisa mi hanno dato completamente carta bianca e da quel giorno sento di essere cresciuto moltissimo, sia a livello professionale che umano”.
“Roberto si è affacciato a questo mondo un po’ ‘tardi’ — spiega Elisa — ma le sue capacità, il suo perfezionismo e la passione che lo spinge a formarsi di continuo ci hanno convinto immediatamente. E poi quando abbiamo scoperto che anche lui suona la batteria come me e ama gli animali non abbiamo avuto più dubbi”.
Roberto ci mostra un tatuaggio che ha sul braccio in cui è ritratto il suo cane Donnie. “Sembra banale ma prendermi cura di ‘quell’affarino’ mi aiutò davvero tanto in quel periodo difficile”.
A poco più di un anno dall’apertura le due “vipere” e Roberto possono dirsi contenti ma le difficoltà sono state diverse. Elisa ci racconta che aprire il locale per loro è stato un investimento importante e questo ha comportato alcuni sacrifici: “Per diversi mesi tenevamo aperto dalle 9.30 di mattino alle 1.30 di notte. Tornavamo a casa esauste e spesso mangiavamo al locale. Se c’era un panino mangiavamo questo, ma se c’erano solo patatine ci accontentavamo”.
Aprire un locale porta con sé molte spese ed è risaputo che la maggior parte dei commercianti del centro storico, in particolare quelli di locali notturni, non sempre sono felici di tutte le ordinanze che ne regolano la gestione.
È così anche per Aiko ed Elisa, che, nonostante siano d’accordo con molte decisioni del Comune, vorrebbero che i locali fossero aperti almeno fino alle 2 e che i controlli fossero meni restrittivi.
“Per non parlare del divieto di mettere tavolini fuori. — incalza Elisa — Ci farebbero molto comodo soprattutto in orario aperitivo. Ma dato che la zona adiacente all’entrata del locale è una strada riservata alla circolazione di autovetture non è possibile. Forse si potrebbe trovare un compromesso”.
Ma le due “vipere” non si scoraggiano, e hanno molti progetti in cantiere.
“Vorremmo lanciare una nostra linea di abbigliamento — ci illustra Aiko — Abbiamo già disegnato diversi capi unici che saranno realizzati su misura da una sarta che lavora alle Officine Fratti, Elisa Fiandrini. Per il momento non vi sveliamo altro”.
Ma anche per quanto riguarda i drink ci saranno novità. Le spiega Roberto.
“Proporremo alcuni cocktail pensati da me. Sono quasi sempre partito dai grandi classici cercando di metterne in risalto di volta in volta le caratteristiche peculiari, mentre altre volte sono partito da richieste dei clienti che hanno stuzzicato la mia immaginazione fino a fare di questi spunti un cocktail”.
Alla fine dell’intervista tante cose ci appaiono chiare: quanto sia importante lo studio e l’affiatamento tra le persone per rendere al meglio in qualsiasi ambito, quanto a volte siano importanti i momenti di crisi per reinventarsi e quanto a volte le migliori trovate siano dettate dalle necessità più subdole. Una cosa, però, fatichiamo davvero a capirla e, cioè il perché di questo soprannome così aggressivo affibbiato ad Aiko ed Elisa, che a prima vista sembrano essere davvero tutt’altro.
Tra una risata e l’altra prima di salutarci, ci raccontano che con gli amici di vecchia data sono solite fare un piccolo rituale.
“Quando qualcuno se ne va del locale — racconta Elisa divertita — per andare in un altro, noi gli raccomandiamo di non spendere più di 5 euro e di tornare entro mezz’ora. Se questo non avviene, quando riappaiono c’è lo shot punitivo che è un miscuglio di diverse bevande alcoliche. Ci impegniamo a fondo per servirgli lo shot meno buono possibile, purtroppo però ci dicono quasi sempre che a loro è piaciuto!”.
Forse adesso abbiamo capito anche perché le chiamano “vipere”.
DRINK PREFERITI
Aiko: uno shot di vodka!
Elisa: anche per me, grazie!
Roberto: …per piacere, un Negroni.
Testo di Andrea Barcaccia
Foto di Andrea Barcaccia e Federica Magro