Nicolò, 19enne che con orgoglio porta avanti la tradizione della Festa del Tulipano

225

La primavera entra a metà marzo, ma per Nicolò è primavera tutto l’anno. Lo contatto perché dietro gli spettacolari carri che sfilano ogni anno a Castiglione del Lago durante la Festa del Tulipano c’è anche lui: Nicolò Luigetti, 19enne di origine castiglionese, legatissimo alla sua terra e che da anni porta avanti – insieme ad altri volontari – la tradizione della sua città. E io volevo proprio che mi raccontasse di questo: della sua passione, impegnativa tanto quanto bella, costante tanto quanto ripagante, una passione che fin da quando era piccolo lo mette al servizio della comunità.

“Da bambino sfilavo sui carri – mi racconta – poi crescendo mi sono avvicinato sempre di più al ruolo di carrista grazie a mio zio, Marco Cecchetti, il presidente dell’associazione che organizza la festa (Eventi Castiglione del Lago), e così ho iniziato a frequentare il capannone”. Quel capannone aperto praticamente quasi tutto l’anno lo definisce “l’officina di idee”. È lì dentro, infatti, che giorno dopo giorno prendono forma i famosi carri allegorici che sfilano per il centro della città e che sono la cifra stilistica della festa primaverile più amata in tutta l’Umbria. La festa anche quest’anno (dal 21 aprile al primo maggio) è iniziata con il botto, in un bagno di folla di visitatori e turisti arrivati da ogni parte della regione – ma anche fuori – per vedere i “propri” carri fare la parata.

Perché quest’anno il tema della manifestazione è “I Borghi più belli di Italia”, con la regia dell’omonima associazione presieduta dal castiglionese Fiorello Primi e che ha fatto riunire ben quattro città, gemellate con Castiglione del Lago: Poppi (Toscana), Castel San Pietro Romano (Lazio), Gradara (Marche), e Pacentro (Aquila). Ogni carro rappresenta una scena caratteristica della rispettiva città.

“Fino a qualche anno fa – spiega Nicolò – ogni contrada realizzava il proprio carro. Poi negli anni si è persa questa usanza, un po’ per la partecipazione calata, per il tempo mancante”, e quindi si è pensato a una formula diversa. “Adesso siamo noi dell’associazione eventi che creiamo i carri, praticamente alcuni volontari delle vecchie contrade. È un nuovo ciclo della festa”.

L’impegno comunque consiste anche nel mettere a puntino l’intera città in vista dei giorni di festa. “È un impegno che porta via tempo, è vero. Ma si crea una routine: tutte le sere ci si ritrova al capannone e si progetta, si fanno i brain storming e poi ci si mette all’opera. Ma sono anche momenti di socialità importanti per la nostra comunità, sono momenti promotori di felicità”. E poi, si arriva all’impegno massimo, quello durante il prefesta: due sere prima vengono spetalati tutti i tulipani, per poi petalare, la sera (e parte della notte), tutti i carri. Quale è il momento che preferisci? “Vedere la gente soddisfatta. È il momento di maggiore gratitudine, sei in mezzo alla folla e vedi le persone venute apposta che sono felici di quello che abbiamo realizzato”. Nicolò mi arriva così: gioia, entusiasmo e tanta purezza. “A me scende una lacrimuccia quando portiamo i carri in paese con la gente che è pronta ad accoglierci. È come fosse un abbraccio collettivo…”.

Arianna Sorrentino