Nicola Pesaresi, 44 anni, di Spello è diventato celebre e conosciuto in Umbria, ma non solo, grazie alla sua partecipazione nel 2012 a Italia’s Got Talent. Ora i suoi spettacoli allietano e fanno divertire sia i bambini che gli adulti.
Noi del Magazine Umbria Giovani siamo andati a intervistarlo ripercorrendo dall’inizio questa sua passione e facendoci raccontare curiosità e segreti per dar vita a questi simpatici pupazzi.
Ciao Nicola. Quando e come ti è nata questa passione?
“Finita la scuola ho iniziato a lavorare in un altro settore ma nel frattempo frequentavo anche la compagnia teatrale di mio padre e facevo corsi e scuole di teatro. Poi ho iniziato a fare laboratori ai bambini a scuola e alla fine dell’ora prevedevo sempre un
momento di chiusura in cui si raccontava una storia o si inventava una filastrocca. Successivamente ho iniziato a utilizzare i pupazzi e lì ho visto una reazione incredibile da parte dei bambini. A quel punto mi sono chiesto ‘ma cosa si può fare con i
pupazzi?’ e facendo una breve ricerca ho scoperto il mondo della ventriloquia”.
Hai un mago o un ventriloquo che segui o stimi tantissimo?
“Un riferimento specifico non ne ho ma diciamo che per quanto riguarda la ventriloquia stimo Jeff Dunham che è un ventriloquo americano e i suoi personaggi mi piacciono tantissimo. Poi mi piace anche Terry Fator che canta con il pupazzo e Ronn Lucas”.
Ti ricordi il tuo primo spettacolo? Raccontaci un po’ l’esperienza e le prime emozioni provate.
“Non ho un primo spettacolo visto che già lavoravo nel teatro classico. Lì facevo anche qualche spettacolo di cabaret e di comicità insieme ad Andrea Paris (vincitore Tú Sí Que Vales 2020). Poi ho iniziato a inserire piano piano qualche numero con il pupazzo, prima cose semplici e poi sempre più elaborate. Devo ammettere però che ‘l’esplosione’ grossa per me c’è stata nel 2012 con la partecipazione a Italia’s Got
Talent. Nel 2011 ho iniziato a utilizzare i pupazzi negli spettacoli e ho imparato la ventriloquia da autodidatta. Successivamente ho caricato un video su YouTube e lì mi hanno contattato da Mediaset dicendomi che queste cose gli piacevano e che se volevo partecipare ci saremmo messi d’accordo. Ovviamente ho accettato e abbiamo deciso di registrare la puntata. Quello è stato per me l’esordio e la prima esperienza che lego alla ventriloquia”.
A proposito di Italia’s Got Talent parliamo un po’ della tua partecipazione a questo talent show. Che esperienze è stata? Che emozioni hai provato a essere visto con i tuoi pupazzi in tv?
“Ammetto che avevo una gran paura. Forse perché avevo 32 anni, ero alle prime armi visto che studiavo questo settore da meno di un anno e non mi sentivo neanche di avere un pezzo forte. Abbiamo costruito l’esibizione insieme agli autori e posso dire che è andata strabene. Ho provato un’emozione incredibile anche perché erano i primi anni dei talent show ed era una novità per tutti con un grandissimo seguito. Io mi ricordo che dopo la messa in onda della puntata sono stato inondato di chiamate e di visualizzazioni sui social. Nel 2018 ho partecipato anche a Tú Sí Que Vales e vi ammetto che in appena sei anni già era cambiato completamente il mondo dei talent in tv. Non c’era più quella novità che era presente all’inizio e tra noi artisti questi show li avevamo fatti più o meno tutti. In più la mia esperienza faceva sì che quando mi trovavo sul palco avevo una coscienza e una consapevolezza completamente diversa
non più da semplice amatore ma da professionista”.
A parte queste due esperienze televisive e la breve partecipazione ai Soliti Ignoti hai partecipato ad altri programmi? Quali?
“Sì, ho partecipato anche a Eccezionale Veramente su La 7 condotto da Gabriele Cirilli, Cultura Moderna su Canale 5 condotto da Teo Mammuccari, Guess my Age su Tv 8 condotto da Enrico Papi e tante altre trasmissioni in emittenti private e minori. Subito prima del Covid ho fatto anche una web serie, Stay Serious, prodotta da Michelle Hunziker e anche quella mi ha dato tanto in termini di visualizzazioni visto che era nata proprio sul web per il web. Il compito in quell’occasione era di far ridere in un minuto un personaggio famoso e in quella puntata c’era J-Ax. Sono veramente contento di essere stato l’unico artista fra 5 a riuscirci con il mio pupazzo principale che è la scimmia Isotta. Vi ammetto che la tv è un bello strumento però da quando ci sono i social sono loro che ti danno le visualizzazioni potenti e la televisione diventa un po’ più marginale. È cambiato tutto in pochissimi anni. Quando ho fatto Italia’s got Talent la tv era la vetrina più grande invece ora no. Vi dico sinceramente che gli stessi ultimi video che ho caricato mi hanno fatto qualche milione di visualizzazione. Il social sta andando veramente forte”.
Chi si esibisce davanti a un pubblico ha un po’ di paura e ansia. Tu che rapporto hai con gli spettatori?
“Per me fare spettacolo è un momento estremamente liberatorio e all’inizio vi dico che sì, avevo tanta ansia e paura. Ora però visto che è un po’ di tempo che faccio questo lavoro tutto è diventato una sorta di ‘comfort zone’. Si riesce a possedere un bagaglio personale che ti permette di avere una via d’uscita quando possono esserci degli imprevisti come ad esempio problemi tecnici vari o quando il pubblico non è
attento. In quelle situazioni ammetto che fatico di più e un po’ d’ansia mi viene ma in linea di massima ora gli spettacoli vengono organizzati su misura per me sapendo quello che faccio. Ci confrontiamo infatti con coloro che mi ingaggiano sull’organizzazione e sul tipo di pubblico in modo da far riuscire il tutto al meglio possibile. Se ci sono tutte queste condizioni non c’è ansia ma solo una voglia incredibile di regalare sorrisi e far star bene le persone”.
Ci sono state occasioni in cui non sei stato apprezzato e hai ricevuto critiche? Se si come si reagisce ai commenti negativi?
“Sì, ci sono state occasioni in cui il mio spettacolo non è stato apprezzato come volevo. Per esempio a livello televisivo mi viene da pensare a Eccezionale Veramente, dove pensavo di fare bella figura e invece purtroppo non è piaciuto quello che ho fatto. A dir la verità non so cosa si aspettava la giuria da me. In quel programma erano presenti comici che provocano una risata molto di pancia ed essere arrivato con qualcosa di diverso mi ha fatto capire che la mia presenza era sbagliata. Forse non era il programma giusto per me. Però al di là di questo io non credo che esistano esperienze negative perché anche nelle situazioni in cui non va come uno spera bisogna imparare dagli imprevisti e dai fallimenti”.
Quanti sono i pupazzi con cui fai i tuoi spettacoli? E perché hai pensato proprio a quegli animali?
“Nei miei spettacoli, specialmente in quelli in cui è presente un pubblico un po’ più adulto, porto le mie due scimmie Isotta e Cesare. Poi ho l’ornitorinco Ionito che è quello con cui ho fatto Tú Sí Que Vales, il cane Gianni, il procione Piero e il coccodrillo Lillo. Questi ultimi tre pupazzi piacciono tanto ai bambini e vi ammetto che mi piace molto lavorare sulle dimensioni perché il procione è molto piccolo, la scimmia è media e il coccodrillo è gigantesco, e anche questo crea una dinamicità molto importante a livello di scrittura scenica”.
I pupazzi sono disegnati da te?
“Ho iniziato da circa due anni a realizzare pupazzi per i miei amici ma ancora non ne ho uno mio che utilizzo negli spettacoli perché prima di portarlo in scena voglio essere sicuro di quello che ho per le mani. Il segreto sta proprio nel creare una storia su misura dietro al pupazzo. Per esempio Gianni che è uno dei primi che ho avuto l’ho comprato in un supermercato e poi mia mamma l’ha modificato rendendolo
utilizzabile in ventriloquia”.
Hai in agenda spettacoli per questa estate?
“Sì, a dir la verità ne ho molti tra villaggi turistici, festival di artisti di strada, piazze, pro loco e teatri. Sarò impegnato più o meno in tutta Italia, nel Lazio, in Molise, in Abruzzo, in Emilia Romagna, in Piemonte, in Trentino Alto Adige e ovviamente anche in Umbria. Si preannuncia un’estate da record”.
Progetti futuri?
“In questo momento sto rivedendo il mio spettacolo teatrale per renderlo più fruibile e nel prossimo inverno punto a lavorarci di più. Poi ho in cantiere degli spettacoli sulla didattica per le scuole e inoltre ho scritto tre libri di cui due sono fumetti con le storie di Isotta e un altro che si intitola Come fare il ventriloquo disponibile su Amazon. Questo libro è probabilmente lo strumento un po’ più completo disponibile online per chi vuole imparare l’arte della ventriloquia. A breve sarà disponibile anche un video corso molto completo per chi si vuole avvicinare a questo mondo e che sarà commercializzato tramite il mio sito web”.
Che consigli daresti a chi ha questa passione?
“Vi dico che questo è un mondo straordinario, c’è da studiare tantissimo e non è solo la tecnica ma soprattutto la cosa più importante è la resa teatrale di quello che uno sa fare. La tecnica è solo lo strumento con il quale decido di mettere in scena qualcosa. Quindi è più importante l’aspetto teatrale che quello del ventriloquo stesso. Infine vi invito a seguirmi su tutti i canali social e di iscrivervi alla newsletter per rimanere aggiornati sui miei prossimi eventi”.
Sito Web: https://www.nicolapesaresi.com/
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Marco Schiavoni