Ma Project: un artist run space ai piedi del centro di Perugia

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Ma è un concetto della cultura giapponese (e di altre culture asiatiche) traducibile come intervallo, pausa ma anche spazio, ed è reso graficamente dai kanji di porta e sole. Da questo concetto prende il nome l’iniziativa di sei artisti, Qing Qu, Letizia Cassetta, Noemi Belfiore, Ester Scandale, Lorenzo Maqced e Anja Capocci, che due anni fa hanno deciso di recuperare i locali di una vecchia tipografia di Perugia, in via Pellas, per ricavarne uno spazio di sperimentazione e ricerca artistica in una forma con una modalità decisamente inedita sia per la città che per la regione.

Infatti Lorenzo, che si è offerto di raccontarmi la genesi e i retroscena del progetto, ci tiene subito a precisare che Ma Project non è una galleria, ma “nasce come artist run space, un luogo dove una collettività di artisti si incontra e segue tutta la stessa idea di arte”.
Un artist run space è un’entità versatile, può essere uno spazio per l’esposizione dei propri lavori, ma è soprattutto un luogo di ricerca e di incontro con altri artisti, pensato per costruire rapporti con altre iniziative simili e ospitare residenze artistiche. La stessa costruzione del progetto è stata un momento di incontro, dato che molti dei suoi fondatori si sono conosciuti per l’occasione.

Lo spazio è stato scelto per la posizione vicina al centro storico ma anche per il suo passato di tipografia, in un’ottica di continuità di produzione e narrazione visiva. Poi sono iniziati i lavori di ristrutturazione dei locali, tutti condotti in autonomia nel corso di un anno, conclusisi con la creazione di uno spazio “che fosse il più asettico possibile, che richiamasse un po’ anche il white cube, e che si prestasse poi a essere snaturato, un luogo che si prestasse a qualsiasi tipo di possibilità di realizzazione delle mostre, e che fosse molto ampio”.

Terminati i lavori si aggiungono al progetto altri due partecipanti, questa volta sotto forma di residenza artistica, Francesco Peccia e Sara Tosti, “perché il primo passo per un artist run space era quello di avere anche artisti residenti”. Infatti, dopo l’inaugurazione del 9 luglio 2021, in cui i fondatori si sono presentati al pubblico esponendo una singola opera ciascuno che fosse rappresentativa della loro percorso di ricerca, è venuto il loro turno con la mostra “Rosa Sentinella”, avviata il 22 ottobre. Tra dicembre e i primi di gennaio, infine, c’è stato il ciclo di incontri “Voyeur”: dato l’aggravamento della situazione sanitaria e le conseguenti restrizioni le opere esposte erano visibili dall’esterno dello spazio, che per l’occasione era interdetto al pubblico.

La nascita di Ma non è passata in sordina, come racconta Lorenzo, visto che è stata citata in un articolo di «Exibart» sugli artist run space presenti in Italia, e ha ricevuto anche una certa attenzione all’interno del contesto cittadino, nonostante tutte le difficoltà del caso: “Perugia è il silenzio, le cose non succedono, e le poche cose che succedono non saltano all’occhio perché la gente è abituata alla monotonia, è tutto estremamente piatto. Infatti anche per la nostra inaugurazione abbiamo deciso di partire in sordina, c’è stata pochissima pubblicità, non abbiamo alzato la voce e detto ‘noi siamo qua’. L’abbiamo fatto nella speranza che nel silenzio qualcuno si accorgesse che qualcosa stava cambiando, che qualcosa stava succedendo”.

Un inizio che non è stato esattamente facile, quindi, considerato che tutta l’attività al momento è completamente autofinanziata. Una situazione che chiaramente potrebbe cambiare in futuro ma per il momento, come ha spiegato Lorenzo, “sappiamo cosa serve e di cosa avremo bisogno, però ci interessava avere un punto saldo di partenza, un bel biglietto da visita”.

Ora che l’attività è avviata, però, non mancano le occasioni e gli spunti per proseguire e far evolvere il progetto. Oltre alle eventuali residenze future quattro degli artisti di Ma, due dei quali ospiti, hanno partecipato alla Art Nova 100 Annual Exhibition del Guardian Art Center di Pechino, e in futuro si prospettano altre iniziative simili.
Per usare le parole di Lorenzo: “a noi interessa collaborare, conoscere, intraprendere un percorso con spazi che siano il più possibile simili a noi”.

Leonardo Colaiacovo