Quella della storia è, ancora oggi, una narrazione fatta prevalentemente “dall’alto”: se ci si sofferma su singole figure queste sono quasi sempre sovrani, papi, leader e capi di Stato – la classe dirigente dell’epoca, sostanzialmente. Molto più rara è una storia che sappia dare spazio anche al resto della popolazione, che è spesso stata la vera forza motrice delle vicende storiche, come nel caso degli schiavi negli imperi dell’epoca antica, la servitù della gleba, le popolazioni vittime del colonialismo europeo o la classe operaia di Ottocento e Novecento. È questa lacuna che il progetto di “Cronache Ribelli” punta a colmare, promuovendo un’iniziativa di divulgazione che riesca a dare spazio anche a queste storie.
Con questi presupposti, infatti, dall’idea di un gruppo di giovani con un background in ambito storico e storico-politico nel 2016 nasce la pagina Facebook “Cannibali e Re”, riprendendo il titolo del testo dell’antropologo americano Marvin Harris. Il successo della pagina nel corso dei due anni successivi pone le basi per uscire dalla sfera social e realizzare la prima pubblicazione del progetto, chiamata appunto Cronache Ribelli, un almanacco di storia – e storie – raccontata “dal basso”, che viene autoprodotto e pubblicato in modo indipendente, senza affidarsi a grandi librerie o a distributori online come Amazon o Ibs. A sua volta, il successo del libro ha poi dato il via all’attività della casa editrice, che in seguito ha anche pubblicato saggi di altri autori – tra cui anche diverse tesi di laurea trattanti temi vicini alla divulgazione di Cronache Ribelli.
Tutto questo mantenendo sempre un’ organizzazione orizzontale e che potesse includere tutti nelle discussioni sui vari progetti, come mi spiega Davide Gallucci, uno dei fondatori.
Grazie a campagne di crowdfunding successivamente vengono realizzate altre attività parallele all’attività editoriale, come i laboratori nelle scuole o i documentari della “Battaglia della memoria”. Con i primi si è voluto ampliare i punti di vista della formazione storica fatta all’interno delle scuole proponendo, per esempio, la proiezione del film Il partigiano Johhny e laboratori di scrittura per esplorare meglio il tema della resistenza. Con i documentari audiovisivi della “Battaglia della Memoria”, invece, si è voluto dare spazio alla documentazione di lotte locali altrimenti poco conosciute come per le “lotte annonarie” e la storia del cosiddetto “Soviet di Prato” o dei moti del XX Giugno a Perugia.
A partire dall’esperienza nel circuito dell’editoria indipendente, e dall’incontro con altre case editrici indipendenti con un’impostazione simile, nel 2023 nasce anche il festival Alta Voce, fatto appunto per far conoscere realtà minori al di fuori della grande distribuzione e lontane dai meccanismi malsani che questa comporta, portando quindi un festival dell’editoria alternativa anche a Perugia. Questo chiaramente senza interrompere la normale attività della casa editrice, che tra 2023 e 2024 dovrebbe far uscire diverse altre opere di saggistica, tra cui un atlante dell’antimafia. Perché per usare le parole di Davide “secondo noi è questo fare editoria: promuovere un messaggio o un contenuto che vale la pena di essere letto”.
Leonardo Colaiacovo