Che sia un post, una storia, un reel o una diretta, poco importa: le note che compongono le piattaforme social devono essere conosciute. Anche se questo ormai non basta, e tra le note si devono inserire necessariamente anche opportunità e rischi, da saper riconoscere e poi saper leggere. Così, ad agire sull’educazione digitale della generazione Z – ma servirebbe anche a quella dei boomers – ci pensa il Comune di Perugia: con questi intenti – promuovere potenzialità e favorire la comprensione dei rischi – nasce il progetto “App School. Insieme si cresce – Ragazzi in rete”. Protagonisti, quindi, i ragazzi e la loro passione per i social network. L’iniziativa coinvolge cinque scuole: ad aderire il liceo classico e musicale A. Mariotti, il liceo statale A. Pieralli, l’Istituto tecnico tecnologico statale A. Volta e l’IIS Cavour – Marconi – Pascal. Presentata da Gianluca Tuteri, vicesindaco con delega alle politiche giovanili, Giovanni Dozzini, coordinatore del progetto per il Centro Servizi Giovani, Ilaria Crocioni per l’agenzia di comunicazione Le Fucine Art&media e Matteo Grandi, scrittore e giornalista, l’iniziativa prevede cicli di laboratori gratuiti di quattro appuntamenti ciascuno, durante i quali, insieme al team del Centro Servizi Giovani, i ragazzi saranno seguiti da tutor e formatori professionali che forniranno loro conoscenze e tecniche adeguate per utilizzare al meglio i social. Ad iniziare da un approfondimento per la creazione e produzione di video, l’utilizzo della musica e le tecniche di comunicazione più adeguate alle varie piattaforme, in particolare, Tik Tok. Perché se qualche anno fa la lotta social era tra Facebook e Instagram, i due colossi del padre Mark Zuckerberg, ad oggi, a sorpassare entrambi, nell’era dei nativi digitali, è proprio il social dei video di Zhang Yiming. Tra le varie attività, i ragazzi realizzeranno anche un prodotto video a tema promozione turistica di Perugia. Per sperimentare creatività e applicare gli spunti forniti dal progetto. Ma ancora, in un’ottica ancora di formazione e partecipazione condivisa agli incontri saranno inviati alcuni testimonial “influencer”, noti al pubblico dei più giovani che racconteranno ai ragazzi le loro esperienze.
Gli studenti coinvolti sono in tutto 240, tra i 14 e i 17 anni. Ogni sabato, ci saranno due gruppi ognuno con venti ragazzi ciascuno, articolati in turni da due ore. “L’importante è non demonizzare l’uso della tecnologia – parla il vicesindaco Tuteri – La tecnologia deve essere guidata e questo progetto serve per dare consapevolezza ai ragazzi sull’uso dei social e non a caso è scelto il luogo della biblioteca. Vogliamo che dalla lettura superficiale si torni alla lettura profonda, quella empatica, che si fa sul libro di carta”. Il progetto è iniziato sabato 19 novembre – alla Biblioteca degli Arconi in centro storico a Perugia – e vedrà la fine a maggio, con un incontro pubblico in cui a partecipare saranno, insieme ai docenti del progetto, anche gli esponenti della Polizia Postale per informare i ragazzi sui rischi dell’uso non consapevole degli strumenti digitali. Tra gli altri temi anche quello del cyberbullismo, la forma di bullismo condotto attraverso internet che soprattutto negli ultimi anni con l’uso massiccio dei social sta attanagliando i più giovani. È quindi necessario agire, per prevenire e contrastare. Ma non finisce qui.
“Ci sono due azioni collaterali – conclude il coordinatore Dozzini – che hanno come punto di riferimento il Csg di via Settevalli. Un posto prezioso, cruciale per le politiche giovanili del Comune di Perugia. Lì si svolgeranno dei laboratori di approfondimento tecnico sulle tematiche inerenti al corso”. “Insieme si cresce – ragazzi in rete”, a integrazione delle iniziative complessivamente dedicate all’educazione digitale e a sostegno del disagio giovanile, propone ulteriori laboratori creativi dedicati al video-making e all’uso dei social e aperti a tutti i giovani. Nonché un servizio online di assistenza e supporto sulle tematiche del progetto attraverso il numero 335 7270203, che sarà attivo con una chat di WhatsApp per entrare in contatto con i tutor. Il progetto nasce grazie al contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dei fondi nazionali per le politiche giovanili 2021 e della Regione Umbria.
Arianna Sorrentino