Abbiamo parlato di come attività, associazioni e noi tutti abbiamo affrontato e stiamo tuttora affrontando questa pandemia. Oggi vi voglio parlare di un settore portante del nostro territorio: l’agricoltura.
Stefano Nardi dell’ufficio stampa della Coldiretti Umbria mi ha illustrato come il comparto agricolo umbro abbia scontato molte criticità nel lockdown. Criticità che sono state causate dalle restrizioni alla mobilità di persone e merci, con la chiusura dei canali horeca e l’azzeramento dell’export. Nonostante il lavoro in campagna non si sia mai fermato, l’agricoltura sta riscontrando una profonda fase di difficoltà, con la chiusura di agriturismi e il conseguente stop del turismo, del settore vinicolo, florovivaistico, della produzione di latte e di carne ovicaprina, fino all’olivicoltura. “Una fase emergenziale”, afferma Nardi, “che ha provocato una seria crisi di liquidità per gli imprenditori, per questo Coldiretti Umbria ha invocato con forza la necessità di liquidità immediata per le aziende agricole e la rimodulazione delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale Regionale, con un sostanzioso snellimento della burocrazia.”

I giovani imprenditori hanno risentito ancor di più dell’emergenza, perché hanno investito e continuano a investire molto con la conseguente perdita di denaro e manodopera bloccata nei Paesi esteri. Francesco Panella, delegato della Coldiretti Giovani Impresa, con la sua azienda di prodotti biologici di cereali, farine e miele Le Radici si è reinventato facendo consegne a domicilio. Le consegne a domicilio hanno rappresentato una grande opportunità per star vicino (anche se a distanza) a chi aveva paura e non poteva uscire di casa, come famiglie e anziani, portando nelle loro case ciò di cui avevano bisogno: beni di prima necessità e un orecchio pronto ad ascoltare. I canali commerciali chiusi e le misure nazionali di blocco non hanno permesso la commercializzazione dei prodotti e hanno accentuato un groviglio burocratico che si spera possa risolversi presto con uno snellimento efficace. Francesco afferma che certamente uno dei modi per uscire da questa difficoltà sarà puntare sulle aziende dei giovani, che sono un vulcano di innovazione e di idee che giovano al nostro territorio.

È della stessa idea Filippo Tocchio dell’Azienda Agraria F.lli Tocchio, che vede la sua produzione di olio extra vergine di oliva rallentata. Le imprese, ancor di più quelle giovani, hanno dovuto far fronte a un’emergenza inaspettata che ha gravato sulle spese. Nel caso di Filippo è arrivata quando le cose andavano bene, con ordini da gastronomie, enoteche e ristoranti nelle zone di Bellagio e Livigno, tutte mete che vivono di turismo e che pagano le conseguenze di un periodo di perdita che coincide con le festività pasquali. Molta della sua vendita viene da fiere e eventi che sono pagati in anticipo e a cui non è stato possibile partecipare. Nonostante ciò hanno aperto un canale e-commerce su Amazon e qualche cliente privato sta richiedendo degli ordini, ma lavorare solo con i privati è molto limitante. Sull’importanza delle giovani imprese nel territorio umbro lui non ha dubbi: “Sono fondamentali, soprattutto in una regione come l’Umbria, che ha da offrire tanto ma che ancora ha problemi a sapersi valorizzare. I giovani credo che in questo possano essere molto efficaci. Però è importante che ci sia la famiglia alle spalle che ti aiuti perché non è facile guadagnarsi uno stipendio adeguato in agricoltura. Per come la vedo io i giovani nel mondo dell’agricoltura devono fare un lavoro più incentrato sull’organizzazione dell’impresa che sul campo”.
Valentina Proietti