Se siete sempre alla ricerca di paesini da visitare, panorami da scoprire o particolarità da scovare nella semplicità, allora Montecastello di Vibio, a 40 km da Perugia, è sicuramente ciò che fa per voi.
È qui che si trova il teatro della Concordia, il teatro più piccolo al mondo.
Domanda che viene spontanea: cosa ci fa una perla come questo teatro proprio qui? Montecastello di Vibio è certamente un borgo suggestivo e vivace, ma è anche molto piccolo, con circa 1550 abitanti e nascosto tra le campagne umbre.
Siamo a metà del ‘700. Nove famiglie importanti del paese decidono di festeggiare il potere amministrativo del paese divenuto Capocantone sud del Trasimeno, e lo fanno con la costruzione di un vero salotto culturale con annesso il teatro. Inaugurato nel 1808, nasce come circolo privato aperto solo alle famiglie.
Il teatro però aveva bisogno di manutenzione e controlli periodici per via delle infiltrazioni d’acqua dal tetto: viene chiuso, e dopo quest’evento avviene la cessione della proprietà da parte delle famiglie al Comune. La struttura diventa così finalmente un bene pubblico.

Entriamo nel teatro.
Sono solo 99 i posti a sedere, precisamente 37 in platea e i restanti nei due ordini di palchetti.
Innanzitutto è il tipico teatro all’italiana: la sua pianta è a forma di campana, i palchi sono completamente lignei, il soffitto è a volte a camorcanna, un intreccio di assi di legno e gesso che permette un’acustica perfetta.

La bellezza del teatro di oggi è stata raggiunta grazie al talento di due artisti, padre e figlio.
È per primo Cesare Agretti, pittore perugino, che trovandosi in zona per caso, si innamora della struttura. Dipinge così i due ordini di palchi, senza chiedere nulla in cambio.
Al primo ordine troviamo gli stemmi, che rappresentano i commediografi e drammaturghi importanti del periodo, al secondo ordine maschere rappresentative del teatro greco-romano.
Sicuramente la decorazione più simbolica sono le due mani che si stringono in concordia sul palchetto centrale, da qui il nome Teatro della Concordia. All’epoca, le famiglie erano tutte di pari rango tra di loro. Quindi per permettere a ciascuno di usufruire almeno una volta all’anno del palchetto centrale, che è il più bello, decisero di ruotare mensilmente, in modo tale che almeno una volta all’anno la famiglia godesse della vista migliore. Importante è il fondale storico, pittura su tela che ha come soggetto Montecastello visto dai colli.
Quando Cesare venne richiamato dal Comune per completare la sua opera, trent’anni dopo, mandò il figlio Luigi, appena quattordicenne.
Luigi aveva uno stile sicuramente più allegro e sbarazzino testimoniato dai quattro palchetti di proscenio, dalle lunette ai lati del palco e dal soffitto principale.
Interessante è notare l’orologio dipinto che ferma alle 8:30, in quanto storicamente lo spettacolo iniziava in quell’orario.
Ma il suo lavoro non finisce qui.

Salendo al secondo ordine di palchi entriamo nella stanza principale che è stata dipinta come fosse un gazebo, con tende come soffiate dal vento e pareti allestite con gli stemmi di città importanti del periodo: Firenze, Todi, Roma, Montecastello, Venezia, Perugia…
Oggigiorno il teatro funziona come teatro storico-museo aperto ai visitatori di tutto il mondo, ma soprattutto come teatro a tutti gli effetti con una piccola stagione che conta 10 spettacoli fissi ogni anno. E sicuramente la caratteristica più peculiare è che viene utilizzato come location di vita vera: il palcoscenico ospita matrimoni con rito civile, convegni e meeting aziendali.
In questo momento storico il teatro si è dovuto riorganizzare. “Ci siamo trovati di fronte a una riorganizzazione non facile per un’associazione basata prevalentemente sul volontariato, che ha richiesto il giusto tempo per garantire la tutela delle persone, perché la bellezza in sicurezza non debba essere solo uno slogan”, si legge sul loro sito, dove potrete trovare tutte le informazioni utili su giorni, orari e modalità di vista rimodulati dopo l’emergenza Coronavirus.
Quinta puntata giovedì 2 luglio con il Forno Mulino Buccilli.
Puntate precedenti:
Umbria autentica: vacanze a chilometri zero
Umbria autentica #1 – Il giro dei condotti di Spoleto
Umbria autentica #2 – Il Museo delle mummie e l’abbazia di Ferentillo
Umbria autentica #3 – Il Lavandeto di Assisi
di Arianna Sorrentino