Il Dipartimento Elettronica Umbro e la scena live electronics locale

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Per un osservatore esterno può essere difficile immaginarsi una scena di musica elettronica dal vivo in una regione come l’Umbria, lontano dai grandi centri urbani e culturali. Ma è proprio questa presenza di proposte live electronics sul territorio, insieme alla mancanza di servizi di intermediazione adeguati, che ha spinto Marco Testa e Giovanni Natalini a realizzare il progetto di un collettivo e un’agenzia di booking specializzata, il Dipartimento Elettronica Umbro.

Un’agenzia di booking, come mi spiega Giovanni – che anni fa era già entrato nell’ambito con la Metrodora Booking – si occupa principalmente di fare da intermediaria tra gli artisti e lo spazio o il promoter che ne ospiterà l’esibizione, ma l’obiettivo del Deu è anche e soprattutto mettere in comunicazione realtà altrimenti isolate (in una regione che notoriamente tende a isolare) e portare la proposta umbra anche al di fuori dei confini regionali, o nazionali. Anche perché, secondo Marco “i live electronics, probabilmente in circa quindici-vent’anni, non dico che andranno a sostituire un dj ma sicuramente saranno esibizioni molto più popolari di quello che sono adesso”.

La selezione di artisti al momento include, oltre ai suoi fondatori, Vaisa (Daniele Tomassini, localizzato a Perugia), Pulsar (Leonardo Pucci, di Foligno) e Aino (Giorgio Bertinelli, anche lui di Perugia). La scelta degli artisti, oltre a presupporre una loro presenza sul territorio, racconta Marco, “è stata molto selettiva, e puramente su base qualitativa: ogni artista doveva avere almeno un’uscita discografica, e almeno un ufficio stampa che ha seguito quell’uscita discografica. Questo è stato il canone che ci ha portato, chiaramente, a tagliare fuori diverse persone, con cui comunque siamo in accordi dicendo ‘ok, appena fate una release contattateci e vediamo quello che possiamo fare’, perché siamo interessati ad alcune cose che purtroppo non abbiamo potuto inserire per mancanza di contenuto”.
I progetti per il futuro, poi, sono molti: oltre a portare serate a tema Deu nei club sul territorio, c’è anche la prospettiva di organizzare dei workshop dedicati ad artisti emergenti, e di realizzare un festival dedicato.

“La cosa importante che devono capire adesso i musicisti e le associazioni – conclude Giovanni – è di fare rete rispetto a cose più grandi. Noi abbiamo visto che in Umbria c’è un certo fermento a livello di musica elettronica, quindi da lì è venuta quest’idea di costituire il collettivo, perché tramite il collettivo si fa rete. Quindi abbiamo cercato in tutta la regione e siamo rappresentativi di tutta l’Umbria, questo è il punto di partenza. Poi piano piano entreranno anche altre persone, però diciamo che questo è un inizio”.

 

Leonardo Colaiacovo