I giovani e l’anoressia: Nicolò Baldoni si racconta

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Sempre più giovani in questi ultimi anni soffrono di anoressia. Questo anomalo rapporto con il cibo, secondo la Società Italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (SISDCA), colpisce ogni anni circa 8500 persone e con una fascia d’età più a rischio tra i 15 e i 19 anni, anche se in questi ultimi anni l’età dei primi disturbi si sta abbassando. 

Noi del Magazine Umbria Giovani siamo andati ad intervistare Nicolò Baldoni, un ragazzo derutese di 17 anni che ha sofferto di anoressia e che ci ha raccontato il suo periodo più duroi e di come ne è uscito.

Ciao Nicolò, partiamo dall’inizio. Quando hai iniziato ad avere questo vero e proprio rifiuto del cibo?

Ho sempre avuto una fissa fin da bambino, ma il vero rifiuto è iniziato a marzo 2018. Notavo in quel periodo che stavo iniziando a crescere in altezza e pensavo che dimagrendo e mangiando poco sarei potuto migliorare ancora di più. Questa mia teoria mi ha portato a smettere di mangiare e a buttare il cibo. Avevo il terrore persino che anche l’acqua mi facesse ingrassare. In 3 mesi sono passato da 60 a 45 kg. Ho perso circa 16 chili.

Quali strategie adottavi per non mangiare?

A dir la verità ne avevo molte: buttavo il cibo nei cassonetti anche delle persone davanti casa, oppure lo gettavo nel bagno scaricando il wc. Se mi davano i soldi per fare colazione non la compravo e se la portavo da casa la buttavo o la davo a qualche mio compagno di classe. Ho sempre cercato in tutti i modi di evitare il cibo, e in quel periodo non sentivo neanche più la fame.

 I tuoi genitori in quel periodo non si sono mai accorti di nulla?

Inizialmente no perché pensando che stavo crescendo in altezza ci poteva stare che diventavo più snello. Poi nel corso dei 3 mesi successivi hanno iniziato a sospettare che buttavo il cibo. Una volta oltre alle lenticchie avevo gettato anche il piatto e mia mamma ovviamente se ne accorse e da lì iniziò a capirlo anche dal fatto che stavo perdendo troppi chili in un lasso di tempo molto limitato. 

Quando hai iniziato a capire che ti stavi rovinando la vita?

Verso giugno. In quei 3 mesi spesso a scuola svenivo senza forze e finalmente iniziavo a comprendere che non potevo continuare a fare una vita scuola-ospedale. In quel momento decisi di provare a mangiare però senza riuscirci. Iniziai piano piano ma non c’era mai quell’ affinità con il cibo. 

Ne sei uscito da solo o hai avuto bisogno di esperti?

I medici verso settembre mi hanno indirizzato verso un centro alimentare e sono andato lì. Facevo sedute sia con lo psicologo che con la nutrizionista. E’ stato un percorso molto lungo durato circa 2 anni. In questo centro una volta ogni 2 settimane mi incontravo con lo psicologo e grazie a lui ho capito che oltre ad avere la fobia di ingrassare avevo proprio paura del cibo. Mi incontravo ogni 14 giorni anche con un nutrizionista che mi dava consigli sulla qualità del cibo e su come e cosa mangiare.

Poi hai visto le insegne pubblicitarie dell’apertura della nuova palestra e anche quello ti ha dato una grossa mano. Giusto?

Si, diciamo che la palestra è stata, ed è tutt’ora, una parentesi importante nella mia vita. Quando ho sentito che stava per aprire, l’idea di andarci da subito un po c’era e forse se mi fossi iscritto prima avrei potuto evitare questo problema. Sinceramente devo ammettere c’è stato un piccolo ricatto a fin di bene da parte dei miei genitori visto che mi hanno detto che se avessi ricominciato a mangiare mi avrebbero iscritto in palestra e così è stato. Ora oltre ad essere una passione è diventata per me un vero stile di vita. 

Nicolò mentre si allena in palestraOltre agli esperti, ci sono state delle persone in particolare che ti hanno aiutato e ti sono stati vicino? Se si di chi si tratta?

Diciamo che a parte i genitori ho vissuto questo percorso un po’ in solitaria, anche perché era un periodo in cui mi sentivo molto solo, però devo ammettere che questo ostacolo che ho superato mi ha reso ancora più forte. Devo tuttavia fare un ringraziamento particolare a tutta la Bull’s Academy, a Giacomo Baldelli, Paolo Scatoloni e Andrea Pacioselli per avermi accolto sin dal primo giorno a braccia aperte in palestra ma anche per avermi sempre sostenuto e aiutato a superare questi anni molto duri per me.

Nicolò con Paolo Scatoloni

Ora invece come stai e come ti senti?

Ora sto molto bene, dall’estate 2019 sono riuscito finalmente a ritrovare tutta l’affinità con il cibo e attualmente lo vedo sia come carburante per allenarmi ma anche come sostanza nutritiva per vivere. Finalmente dopo tanto tempo ho capito quanto è importante il cibo per tutti noi.

Cosa ti senti di dire a chi soffre di anoressia?

L’unica cosa che posso dire è di non aver paura a farsi aiutare dagli altri. Molti vedono lo psicologo in modo sbagliato; io invece ritengo che sia una figura in grado di ascoltarti come fosse un amico. Ti aiuta a capire dov’è il problema e a come superarlo facendoti conoscere te stesso internamente. Ogni ostacolo che la vita ci mette davanti, piccolo o grande che sia, non va tenuto dentro di sé eternamente ma va affrontato sempre a testa alta. L’anoressia è un disturbo delicato e serio ma quando supererete questo problema vi sentirete molto più forti di prima e dobbiamo tutti capire che il cibo è un nostro amico.

Marco Schiavoni