Giovani volontari derutesi si raccontano

807

In questi ultimi mesi sono sempre più i ragazzi che nonostante la preoccupazione per
il futuro hanno deciso di mettersi a disposizione degli altri entrando a far parte del
mondo del volontariato. Infatti secondo il sito ufficiale della Croce Rossa Italiana oltre
30mila giovani si sono avvicinati a questa associazione durante la pandemia.
Ma cosa li spinge ad entrare in questo mondo e quali attività svolgono
quotidianamente? Noi del Mug siamo andati a chiederlo ad alcuni ragazzi della Croce
Rossa comitato Deruta-Torgiano.
“Sono entrato in questa associazione quasi per caso. Dopo aver finito la scuola
superiore, nel 2017, ero provato dal fatto che non trovavo lavoro e un giorno, nel
circolo del mio paese, vengo a sapere che il comitato Cri di Deruta-Torgiano avrebbe
installato un defibrillatore con il successivo corso su come usarlo rivolto alla
popolazione. Inoltre ci avevano informato che a giorni sarebbe iniziato anche il corso
per diventare volontario della Croce Rossa. La voglia di mettermi in gioco e dedicarmi
a qualcosa di utile con cui potevo dare un aiuto concreto mi ha fatto decidere di
intraprendere questa strada… ed eccomi qua!”, ci dice molto felice Marco Sargenti,
venticinque anni, da tre delegato del gruppo giovani.
“Durante la pandemia, purtroppo, le attività sono venute a mancare. Però abbiamo
sperimentato il ‘Racconta favole’ creando dei video per bambini, oppure il cineforum:
vedevamo film su piattaforme gratuite in contemporanea con altri ragazzi, anche di
altri comitati. Abbiamo trascorso molte serate su Meet o Zoom per rimanere uniti e in
contatto, anche se distanti”, continua Marco.

“Io sono entrato in Cri a seguito delle mie esperienze familiari di volontariato e questo
mi ha spinto a provare a dare il mio contributo. A differenza di Marco che si occupa di
organizzare, strutturare e coordinare tutte quelle attività che sono rivolte ai giovani, io,
invece, come consigliere, fungo da tramite tra il consiglio direttivo e l’elemento
giovane riportando problematiche, idee e tutto il resto. Insieme al delegato
progettiamo le attività studiando anche le possibilità d’intervento e tutto quello che
precede l’operatività delle nostre attività. In questi mesi di guerra stiamo dando il
nostro contributo con raccolte di materiali e farmaci da poter spedire nei luoghi in cui
ne hanno veramente bisogno, ma continuiamo anche gli interventi sulla popolazione
che potrebbe sentirsi in stato confusionale e di abbandono”, afferma Marco Ortenzi,
ventotto anni, da nove in Croce Rossa e da marzo di quest’anno come consigliere.

I due ragazzi ci hanno anche detto che attualmente sono ventitré i giovani che fanno
parte di Cri comitato Deruta-Torgiano e noi siamo andati a intervistare anche alcuni di
loro.

“Sono entrato in questa associazione sotto l’influenza di mio papà quattro anni fa ma è
una scelta che rifarei assolutamente. Attualmente mi occupo con molto piacere delle
dimissioni dei pazienti dall’ospedale a casa e visto che sto studiando per entrare a far
parte dell’ambito sanitario come professione queste attività mi permettono di fare
pratica per il mio futuro”, ci dice Lorenzo Cicioni, vent’anni.
Una delle ragazze a essere entrate per ultime è Benedetta Ciccotti, ventitré anni, che a
seguito di un episodio che l’ha molto colpita da vicino avvenuto circa un anno fa ha
deciso di entrare in Croce Rossa.
“Una ragazza che conosco (anche lei volontaria Cri) ha dovuto praticare il massaggio
cardiaco al padre, che stava avendo un infarto durante un pranzo in famiglia. La
fortuna è stata quella di saper mettere in pratica le manovre di primo soccorso.
Vedendo questa scena ho deciso anch’io di mettermi a disposizione degli altri. Io mi
occupo principalmente di attività in area sanitaria. Sono i servizi più faticosi ma anche
i più richiesti. L’insieme di iniziative che svolgiamo io e i miei colleghi tutti i giorni,
da quelle specifiche dell’area sociale a quelle sanitarie, sono tutte volte al
raggiungimento dell’unico obiettivo finale, ovvero aiutare il prossimo”.

“Io invece sono entrata in Croce Rossa tredici anni fa e ora mi occupo della formazione per il mio comitato e preva lentemente di servizi sanitari che fanno parte della nostra Area 1 (Salute) in ausilio delle strutture ospedaliere. In questi anni l’attività più bella
che ricordo è stata organizzata dall’Area 2 che si occupa del sociale e che in occasione
della giornata mondiale della sindrome di Angelman aveva coinvolto vari comitati e
varie famiglie e ragazzi con questa sindrome per un’intera giornata di convegni e
attività per i ragazzi. Entrare in Croce Rossa non significa ‘solo’ fare del volontariato,
come se aiutare chi è in difficoltà non sia già un motivo più che valido, è anche un
modo per imparare le pratiche del primo soccorso, per esempio, che nella vita di tutti i
giorni possono sempre servire. È un modo per fare del bene, rendersi utili ma anche
un modo per imparare e allargare i propri orizzonti”, ci dice molto emozionata Laura
Tosti, trentenne.
“Se ci chiedessero cosa diremmo a un ragazzo o a una ragazza per convincerlo a
entrare in Croce Rossa risponderemmo che è un’opportunità di crescita personale e di
responsabilità, insegna a vivere in comunità con altri volontari, anche più grandi, e a far valere le proprie idee e valori”, afferma Flavia Niccacci diciottenne, da tre anni
volontaria di Cri.

Marco Schiavoni