“Immagina un grande iceberg: il disturbo alimentare è la punta. Al di sotto, poi, ci sono le tue paure e le tue sofferenze ed è lì che devi andare a lavorare”. Giorgia è sicura quando parla, sembra pesare ogni parola che dice. Sui video social in cui si mostra sembra parlare anche con gli occhi, grandi ed estremamente espressivi. Il suo profilo Instagram ad oggi conta quasi 49mila follower e sa di verità. Racconta di dolore, ma poi, finalmente, di vittoria: Giorgia Bellini è perugina, ha 25 anni e in rete si è fatta conoscere per la sua storia e per la sua forza, che ha deciso di trasmettere a tutti, soprattutto a chi sta vivendo quello che lei per prima ha vissuto: un disturbo alimentare.
Nel 2009 Giorgia si ammala di bulimia nervosa. “Avevo intorno ai 12 anni. Un giorno mentre mi stavo abbuffando di nascosto in cucina con un pacco di biscotti, mia nonna mi vede e dice a mio nonno: ‘questa ragazza è bulimica’. Io non sapevo nemmeno cosa significasse, ma aveva ragione”, racconta Giorgia. Passano due anni, ma lei non accetta nessun ricovero: pensa di poter uscirne da sola e peggiora. “Sono sempre stata normopeso: spesso si pensa che chi soffre di disturbi alimentare è sottopeso – prendi l’anoressia – o soffre di obesità. In realtà non è così: ci sono tanti altri segnali che possono far capire che si sta male. Il peso infatti non è l’unico indicatore della malattia e, soprattutto, il dolore non è sempre visibile a occhi nudi”.
Arriva il 2015, anno della sua maturità, e stanca di non vivere una vita come tutti i suoi coetanei, ad aprile fa un gesto estremo e tenta il suicidio. Finisce la scuola, si diploma e comprende che ha realmente bisogno di essere aiutata per potersi salvare: a ottobre viene ricoverata in un centro DC di Todi dove resta per circa quattro mesi. Il percorso è lungo, ha diverse ricadute, ma poi ne esce a testa alta. Da qui, l’esigenza di raccontarsi. Prima attraverso il suo profilo Instagram: “è fondamentale trasmettere speranza a chi sta affrontando questa malattia. È un percorso molto lungo, i dottori dicono che di media servono dai due ai cinque anni. E in effetti è così: prima lavori sui sintomi, poi sulle tue insicurezze, debolezze e sull’autostima”.
E poi decide di raccontare la sua storia nero su bianco. Senza vittimismi né eroismi. Il libro, scritto interamente da lei, si intitola Nata due volte, e il messaggio che Giorgia ha voluto trasmettere è ben chiaro: “volevo offrire uno strumento di testimonianza: dal disturbo alimentare si può guarire”. Oggi Giorgia è lifecoach con certificazione Emcc, facilitatrice di mindfulness, studentessa di Scienze dell’alimentazione e fondatrice del progetto “Giorgia Bellini Dca” attraverso il quale offre aiuto alle persone che soffrono di disturbi alimentari. “A gennaio inizieranno dei gruppi di supporto per le persone malate e anche per i loro familiari. Saranno accompagnati da me e da altri esperti come psicologi e nutrizionisti. Il mio obiettivo è creare un servizio, una piattaforma per chi sta vivendo tutto questo: ancora in Italia, a livello assistenziale siamo purtroppo molto indietro”.
Arianna Sorrentino