Una scuola, ragazzi generosi e spendere il proprio tempo per la Pace. Sono questi gli ingredienti essenziali del ‘cocktail’. Venerdì 8 marzo la scuola Giovanni Cena di Perugia è stata per la prima volta anche “Scuola della Pace”, una iniziativa creata e portata avanti negli anni dalla Comunità di S. Egidio, prima a Roma e finalmente anche a Perugia.
Un cospicuo numero tra ragazzi, genitori e volontari ha mandato indietro le lancette irrompendo nell’edificio in un’atmosfera di curiosa attesa. La scuola pilota di questo progetto in Umbria è stata scelta proprio per il grande pluralismo culturale e etnico che ospita.
“Non è un semplice doposcuola”. Sono queste le parole del professor Valerio De Cesaris. A cosa servirebbe la Comunità se si trattasse di uno dei tanti doposcuola attivi in molti istituti nelle ore pomeridiane?
“L’obiettivo primario che ha animato le Scuole della Pace fin dal loro sorgere è stato e continua a essere che bambini e ragazzi, spesso di diversa estrazione sociale, etnia e confessione religiosa, possano imparare a convivere insieme tra di loro, con i volontari e i responsabili più grandi, coltivando nel tempo un vero e sempre più saldo rapporto di amicizia”.
Amicizia è l’essenza della Scuola
“I ragazzi, lo dico soprattutto per la mia esperienza romana, hanno bisogno di trovare nei più grandi un punto di riferimento. Noi non dobbiamo insegnare chissaché, e tutte le attività di educazione alla pace e alla convivenza che seguono i momenti di studio classici sono il terreno protetto di questa amicizia. La Scuola è il primo luogo dove possono fare esperienza e mettere in pratica quanto apprendono.
Quando un ragazzino percepisce di essere amato e che può fidarsi anche di coloro che sono maggiormente diversi da lui, allora inizia ad aprirsi e magari è possibile anche intervenire su criticità familiari o sociali che altrimenti non sarebbero mai comprese”.
Iniziare da questo piccolo nucleo nello spirito di Sant’Egidio.
“È molto bello che Perugia abbia finalmente intrapreso questa fantastica avventura. Una delle mie più grandi soddisfazioni nella vita è la consapevolezza maturata negli anni di aver fatto un po’ da padre a molti ragazzi che ora sono uomini e donne. Un’amicizia responsabile che sa di paternità e che mi ha arricchito anche come padre dei miei figli. Molti li ho visti crescere e fare le loro scelte più importanti. Questo auguro ai volontari della prima ora. A Perugia la Comunità è piccola e questo progetto è reso possibile da molti dei miei studenti che devono gestirsi il proprio tempo in mezzo a impegni accademici e personali.
Il mio inguaribile ottimismo mi porta a spronarli e a ricordare loro che per cambiare il mondo, secondo lo spirito di Sant’Egidio, vale più un’ora della settimana dedicata agli altri che tante ore passate annoiati tra i libri e le notifiche del cellulare. Non ne rimarranno delusi, anche se ora dovranno tenere duro e organizzarsi al meglio. I 50 anni della nostra Comunità sono la garanzia che è possibile e che ne vale la pena”.
Edoardo Batocchi