Sette giugno duemilaventi, Perugia risente, assorbe, ingloba tutte le proteste del mondo che hanno il nome di Black Lives Matter. L’America brucia dopo l’assassinio di George Floyd, morto per mano di un poliziotto che ha schiacciato il suo collo soffocandolo. La popolazione questa volta non ha potuto chiudere gli occhi, ha reagito e insieme a loro i cittadini di tutto il mondo. Le vite dei neri contano è lo slogan che ripetiamo a menadito insieme a NO JUSTICE NO PEACE. Siamo tutti stanchi del razzismo, delle ingiustizie e degli omicidi impuniti e questo tragico evento ha risvegliato gli animi da un sonno profondo. Quello che è successo in Piazza IV Novembre non è solo la commemorazione di un fratello morto per mano di una discriminazione acuta, è una presa di coscienza da parte della popolazione, è un mettersi in gioco per chi ogni giorno è vittima di razzismo, che sia Perugia, Minneapolis o Parigi.
Divine, Ina, Samia, Sonia, Maltus, Princess e molti altri ancora hanno preso il microfono durante la manifestazione e con tutta la loro forza e il loro coraggio hanno fatto giustizia brandendo l’arma della parola. Non hanno parlato solo di quello che accade ai neri americani, ma hanno denunciato il razzismo che incombe nel mondo intero. L’albanese ladro, l’islamico terrorista o il senegalese sfruttato o peggio ancora ucciso nei campi di pomodoro. Qualcuno ha pianto, qualcuno ha urlato la sua rabbia, altri hanno applaudito in loro sostegno. Nessuna razza, nessun colore, solo esseri umani in una giornata che è stata la vittoria dell’amore.
Testo di Federica Magro
Foto di Andrea Barcaccia