Andrea Roscini: creatività e voglia di fare

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Questa settimana ho deciso di intervistare Andrea Roscini, che ormai da un anno porta la stand up comedy nei locali di Perugia, e ora è l’organizzatore e direttore artistico del Ruzza Comedy.
Mi interessava molto come un ragazzo di 25 anni avesse avviato un attività partendo da zero che ha riscosso subito interesse e partecipazione e quali sono state le tappe del suo percorso creativo.

In realtà Andrea organizza eventi da quando aveva 16 anni. Ha iniziato con delle feste in casa chiamate “MLG”, non la classica festa di compleanno con gli amici ma veri e propri eventi gestiti interamente da lui sotto ogni aspetto, dalla musica all’allestimento, all’area bar. Nel 2018 è entrato a far parte del Roghers Staff, associazione culturale che organizza il Mercoledì Rock e il festival musicale Umbria Che Spacca.
Per Andrea è una vera e propria passione, gli è sempre piaciuto organizzare attività che coinvolgano le persone facendole stare bene, ed è importante per lui ottenere feedback positivi.
Da Marzo 2022, con l’aiuto del Roghers staff, ha deciso di creare il Ruzza Comedy, un collettivo di comici dilettanti e nuova realtà di organizzazione eventi a Perugia.

Ma com’è nata l’idea, la spinta per dare vita ad una nuova attività sociale e artistica? Andrea aveva già sentito parlare della crescita della stand up comedy in Italia e in particolare nelle città principali. Nello stesso periodo è partito per un viaggio di tre settimane in giro per l’Italia e in quell’occasione è entrato in contatto con questo genere di eventi e vi si è avvicinato. Lui lo ritiene «un viaggio illuminante» per quanto riguarda l’idea di portare la stand up comedy a Perugia. Si è ispirato agli eventi di open mic di Milano e di Roma per organizzare le prima serate del collettivo, e in alcune occasioni ha anche chiamato comici che aveva conosciuto durante le tappe del suo viaggio perché si esibissero al Ruzza.

L’obbiettivo del collettivo è quello di creare eventi che coinvolgano un pubblico principalmente dai 25 ai 35 anni portando tematiche interessanti per la nostra generazione, ma anche quello di offrire ai ragazzi del posto che hanno questa aspirazione uno spazio in cui sperimentarsi.

Anche Andrea è un comico e creando questa serata voleva anche trovare un palco per se stesso, ma appena lanciata l’iniziativa c’era una richiesta così alta di comici che desideravano esibirsi che lui ha preferito mettere da parte la sua voglia per dare spazio agli altri e ampliare il collettivo il più possibile, e così ha scoperto che oltre a gestire la parte organizzativa, gli piace moltissimo anche fare il presentatore delle serate e intrattenere il pubblico in queste vesti.
Nonostante le serate a Perugia ci fossero una volta a settimana, non erano sufficienti per i comici che volevano esibirsi, quindi Andrea ha iniziato a scrivere ad altri locali italiani come Stand Up Comedy Bologna, il Locura Comedy di Pisa e ad altri tra Roma e Milano chiedendo se fosse possibile far esibire qualche ragazzo di Perugia durante i loro open mic. Così i comici sono partiti per diverse trasferte, occasione che non avrebbero potuto avere se non ci fosse stata dietro una persona che si è presa la briga di organizzare tutto e dargli forma.

Ora gli eventi di Ruzza nel centro storico si dividono in due tipologie: gli Open Mic al Marla con i comici dilettanti e i Ruzza show da Taverna 36, serate con comici esterni che portano i loro spettacoli già rodati. Anche il pubblico è cambiato molto. I primi che venivano erano amici dei ragazzi che si esibivano, erano lì per loro ma non sapevano davvero cosa fosse la stand up. Piano piano si è creato un pubblico sempre più coinvolto che apprezza questo tipo di intrattenimento.

Parallelamente alle serate aperte al pubblico, i membri del Ruzza si incontrano durante la settimana in uno spazio messo a disposizione dai Roghers, per provare i pezzi che hanno scritto e ricevere feedback dagli altri. Questo processo è stato utile soprattutto all’inizio quando erano tutti alle prime armi ed era necessario ricevere consigli sulle pause o su dove mettere una battuta. “Durante gli incontri le critiche che si sollevano devono essere costruttive e non distruttive, la finalità è migliorare il risultato della serata”.

Man mano che si esibivano la loro esperienza è aumentata e insieme a questa la qualità del materiale scritto. Questo meccanismo di integrazione e di confrontoe il vedersi in maniera regolare ha contribuito alla formazione di un gruppo più stabile e coeso. “Se non ci fosse stato ci sarebbero meno comici e il gruppo sarebbe meno unito”.
Effettivamente il gruppo WhatsApp del collettivo è stato creato inizialmente con 6 persone al suo interno, e oggi conta 38 partecipanti.

Mentre porta avanti la sua attività di organizzatore e direttore creativo, Andrea studia per fare il fisioterapista e al momento sta facendo un master a Savona in rieducazione dei disturbi muscolo-scheletrici. Spera di farne una carriera ed essere molto bravo nel suo lavoro, di creare un qualcosa di suo. Ma non solo, da dicembre ha lanciato il suo podcast “Non Lo So Podcast”. Inizialmente doveva essere gestito solo da lui e con mezzi low budget sia in termini di soldi che di tempo investito, poi però al momento della realizzazione è diventato un progetto condiviso con un suo gruppo di amici: Federico Rinaudo è il co-host del programma, Alessandro Vagni si occupa del settore video e Ettore Ranocchia del settore audio. “Sono molto orgoglioso di questo progetto perché il podcast mi ha permesso di riavvicinarmi ai miei amici dopo un periodo di allontanamento”.
L’idea del podcast, visibile anche nel nome, parte dal presupposto che Andrea si reputa una persona ignorante sotto tanti punti di vista, non conosce veramente tante cose. Così ha deciso di ribaltare il meccanismo classico del podcast in cui il presentatore parla a lungo e tende a dare la sua visione, e farsi invece spiegare dagli altri come funzionano i loro settori perché lui “non lo sa”.

Insomma porta avanti davvero tantissime cose contemporaneamente, ma dai risultati ottenuti si capisce quanto impegno mette in ciò che fa e quanto sia determinato. Gli ho chiesto quale di questi suoi interessi prevalesse sugli altri, che cosa si vede a fare in futuro.
Andrea mi ha risposto che non vorrebbe abbandonare nessuna delle sue passioni. Vorrebbe avere una carriera e diventare un bravo fisioterapista, e allo stesso tempo coltivare la sua componente artistica, creativa e organizzativa che fa parte di lui e attiva altre parti del cervello. Il suo vero sogno è poter mantenere un certo equilibrio tra le cose che gli interessano, anche se sa che non sempre potrà farlo allo stesso modo e con lo stesso impegno.

Anche lui rispondendo alle mie domande si rende conto della strada che ha percorso e i traguardi che ha raggiunto: “quando racconti una cosa agli altri la racconti anche a te stesso e ti rendi conto di quello che fai guardandoti da fuori”.

Detto questo mi saluta, perché ha una partita di basket da giocare.

Jaele Fo