- La realtà è più divertente di quanto quegli adulti brontoloni abbiano cercato di farti credere.
Negli anni della tua formazione dei quarantenni scontenti della vita ti hanno detto e ripetuto che prima o poi avresti fatto i conti con la vita vera? Ti hanno indotto a credere che dal giorno dopo la laurea saresti piombato in un’esistenza grigia e triste? Tranquillo. C’è vita dopo la laurea. Non è tutto facile o, come si dice, rose e fiori, ma non è neanche la morte dei sensi. Certo, avrai dei compiti e delle responsabilità che faranno di te una persona seria. Qualche volta dovrai indossare degli abiti e un atteggiamento estremamente formali. Ogni tanto sarai tenuto a sorridere e ad apparire contento di situazioni che non auguri neppure al tuo peggior nemico. E allora? Capita a tutti di odiare il proprio lavoro e di avere difficoltà a stringere rapporti con i colleghi. Così come capita di amare profondamente e perdutamente la stessa occupazione quanto di andare perlomeno d’accordo con persone sulle quali fino a un minuto prima non si sarebbe puntato un centesimo. L’importante è conservare un approccio positivo ed evitare di farsi trascinare dalle chiacchiere e dagli umori degli eterni scontenti.
- Il successo è più vicino di quanto credi.
Quanto tempo hai dedicato a chiederti seriamente, profondamente, cosa sia per te il successo? Probabilmente, nel corso del primo anno dopo la laurea, vedrai il successo sfiorarti, andandosi ad accoccolare tra le braccia di qualche tuo compagno di corso o amico. Proverai un po’ di invidia. Forse penserai di odiarlo. Potresti anche chiederti perché a lui. Come prima cosa, evita di bruciarti dei contatti solo per un pizzico di invidia. Più tardi, ti renderai conto che l’idea di successo che va per la maggiore non corrisponde minimamente alle tue necessità di realizzazione. Esci subito dal meccanismo della comparazione! Potresti liberarti di un peso fin d’ora se iniziassi a chiederti appena possibile quali siano le tue reali necessità, al di là degli stereotipi imposti dalle generalizzazioni culturali.
- I 20 sono più solitari dei 40.
Lasciata l’università, ti libererai della più folle e inopportuna concentrazione di tuoi coetanei con la quale avere a che fare nel tuo tempo libero. A parte l’inopportuna brandizzazione di cui è stato oggetto negli ultimi venti o trent’anni, l’essere giovani ha a che fare con tutta una serie di piccole solitudini delle quali dopo la laurea ti libererai facilmente. Tutto quel tempo passato a studiare, a guardare serie tv, a chiederti cosa stessero facendo i tuoi amici (probabilmente si stavano ponendo lo stesso quesito), finalmente lascerà il posto a del tempo libero vero, che ti sarai sudato e del quale potrei finalmente godere, anche standotene un po’ da solo, quando ne sentirai il bisogno!
- Essere adulti implica uno spaventoso spreco di carta.
Dicevamo: non sarà tutto rose e fiori. Tasse, contratti con la banca, assicurazioni, autorizzazioni, contratti di lavoro, altre tasse, formulari, questionari, affitti, bollette… preparati a sprecare quantità ignobili di carta. Soprattutto, non temere di farlo. D’accordo l’attenzione alla sostenibilità ambientale della vita, ma gli uffici tributi non aspettano altro che una tua dimenticanza. Stampa, compila e firma; poi sarai libero di tornare a utilizzare il cartone delle uova per organizzare la tua cancelleria.
- La tua generazione sarà additata come colpevole di ogni male.
Facci l’abitudine, capita a tutte le generazioni. Il segreto? Sii umile, non aver paura di chiedere aiuto e non agire come se fossi il padrone del mondo. Fuori dal lavoro, non farti coinvolgere in sciocche e futili discussioni sui mali del mondo e allenati a guardar male quelli più giovani di te. In capo a pochi anni i tuoi coetanei saranno la nuova classe dirigente e tutte le colpe saranno di quei dannati giovani!
- Stai attento alle riunioni.
La soglia dell’attenzione si riduce con il passare del tempo. A meno che tu non abbia la fortuna di partecipare solo a riunioni interessanti, fai del tuo meglio per non dare a vedere quanto ti annoi. Far passare inosservato uno sbadiglio in un’aula piena di studenti non è la stessa cosa di farlo in una sala riunioni. Siedi composto, sorridi e se senti che proprio non ce la fai, vai un attimo in bagno e rinfrescati il viso. Ah, e smettila subito di mandare messaggi sotto la scrivania: se ne accorgono tutti. Se proprio non puoi fare a meno di smanettare con il tuo smartphone, fallo apertamente, farai una figura migliore!
- Tratta le mail come se fossero tutte importanti.
Buona parte del tuo lavoro passerà attraverso le mail. Sforzati di comunicare sempre in modo chiaro e diretto senza mai smettere di essere cortese. Rispondi alle mail come vorresti che rispondessero a te e, soprattutto, rispondi! Non c’è niente di peggio che avere a che fare con un maleducato che non risponde alle mail, soprattutto adesso che la comunicazione elettronica ha in gran parte sostituito il dialogo diretto. Ti farebbe piacere se le persone alle quali ti rivolgi non ti rispondessero mai? Beh, non piace neanche a loro!
- È il momento giusto per correre qualche rischio!
Essere giovani è anche concedersi la possibilità di commettere un errore e di porvi rimedio, se necessario. Non che correre un rischio significhi necessariamente commettere un errore. Il bello dei rischi è che, se tutto va bene, vi ritroverete in mano un tesoro. Dunque, se non hai le rate del mutuo o un bambino da accudire e vuoi prenderti un anno per fare il volontario in qualche paese sperduto ed enormemente bisognoso di te o anche se ritieni opportuno imbarcarti in un’impresa che potrebbe dimostrarsi infruttuosa ma ti attrae inesorabilmente, fallo. Qual è la cosa peggiore che ti possa capitare? Nella maggior parte dei casi rischi di perdere solo del tempo, di imparare qualcosa, di accumulare qualche ricordo da condividere con gli amici. In tutti questi casi, ne sarà valsa la pena.