Questo articolo è per tutti quelli che “che sfigati gli scout” ma anche per tutti quegli altri che “mi piacerebbe tantissimo ma non sono molto cattolico”.
La storia che racconteremo sarà infatti quella della sezione perugina Cngei (da pronunciare ciengei), uno strano acronimo dietro il quale non si nasconde un personaggio di Naruto, ma semplicemente il nome del gruppo scout più antico d’Italia.
Cngei infatti sta per “Corpo Nazionale Giovani Esploratrici Esploratori Italiani”, gruppo scout laico, l’unico italiano riconosciuto a livello mondiale, insieme a quello degli Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) che però è dichiaratamente cattolico.
La sezione perugina ha una storia particolare. È nata poco meno di un anno fa, dalla volontà di due donne non perugine, Morgana Vitali, 24enne bergamasca, e Gabriella Bo, pisana di 51 anni, che per molto tempo hanno fatto parte dei Cngei nelle loro rispettive città. Entrambe si sono ritrovate, per esigenze diverse, in una città che non ha una sezione di scout laici.
Inizialmente si muovono in maniera indipendente per cercare di metterne su una, fin quando le loro ricerche si incrociano venendo a conoscenza l’una dell’altra.
Nonostante una storia ancora breve alle spalle, le attività svolte sono state molte ma a causa di impegni lavorativi sopraggiunti per tre dei quattro attuali educatori, i Cngei perugini sono di fronte all’esigenza di cercare nuovi educatori.
Nonostante la quarantena, infatti questa necessità li ha portati ad essere molto attivi anche in questo periodo, seppur solo in rete.
“Se ci siamo impegnate – sostiene Morgana Vitali – ad aprire da zero una sezione Cngei è solo ed esclusivamente perché lo scoutismo ci ha dato tanto. I primi periodi di una nuova attività sono sempre quelli più duri, sotto tutti i punti di vista. Ora che abbiamo passato la parte più difficile e mosso i primi passi, non vorremmo che tutto finisse nel nulla. Ci piacerebbe che la sezione perugina andasse oltre le nostre volontà e diventasse una realtà del territorio che vada avanti poggiando su basi autonome“.
La partenza
All’iniziativa portata avanti da Morgana e Gabriella si sono aggiunti a stretto giro anche Sofia Emanuele e Adel Andalib; due presenze molto importanti dal momento che il tempo per mettere su la sezione da zero è stato molto: tanti volantini consegnati fuori dalle scuole, tanti minuti passati al cellulare per questioni logistiche, tanti spazi visionati per capire dove svolgere gli incontri e molte chiacchierate tra di loro per capire come impostare al meglio le attività.
All’inizio sono partiti con 10 bambini dagli 8 agli 11 anni che hanno composto il cosiddetto “Branco”, il gruppo più piccolo per età dei Cngei. Gli incontri sono un po’ più saltuari e vanno nell’ordine di uno al mese. Poi però i bambini arrivano a 22 e si cominciano a regolarizzare gli incontri. Tre sabato pomeriggio al mese i Cngei perugini si riuniscono dalle 15 alle 18 in via Santucci, vicino alla rotonda di via della Pallotta; uno di questi tre momenti è sempre dedicato a una gita che dura l’intera giornata, in territorio umbro.
“Paradossalmente da quando siamo partiti con un regime più costante siamo molto più rapidi nell’organizzazione delle attività”, ci tiene a sottolineare Gabriella Bo.
Ciò che viene richiesto infatti a chi vorrà diventare un capo scout non è tanto una grande quantità di tempo di cui disporre, ma più che altro sposare a pieno i valori Cngei.
Il vero requisito: credere nei valori Gngei
“Il nostro obiettivo educativo – specifica Morgana Vitali – è quello di far capire ai più giovani quanto sia importante lasciare un mondo migliore di quello che ci viene consegnato, non solo in termini strettamente ambientalistici ma anche etici. In questo percorso ci ispirano alcuni valori fondanti che sono anche alla base di un gioco che facciamo con i bambini, ovvero quello della ‘legge della promessa’: i bambini promettono di ispirarsi a valori quali la laicità, la conoscenza di sé, la solidarietà, il rispetto dei diritti della persona e il rispetto dell’ambiente inteso come spazio pubblico, di uguaglianza e di confronto. Non sono valori sempre facili da passare a dei bambini e infatti vengono mutuati attraverso gli strumenti del gioco, dell’esplorazione e del servizio (volontariato, ndr)”.
Tutto viene fatto a pieno titolo gratuito e anche per questo non si tratta certo di superare un colloquio: “I nostri valori sono molto ben definiti e noi li rendiamo chiari fin da subito – afferma Gabriella – anche perché tutto il percorso scout d’altronde si basa sul compiere il proprio cammino orientati da questi punti cardinali. Pertanto è davvero molto difficile che si presentino candidati lontani da una certa etica”.
Ma saper gestire un gruppo di bambini non è certo una cosa così immediata e Gabriella specifica: “Per poter acquisire più capacità da questo punto di vista sarà possibile svolgere, prima o durante l’attività di capo-scout, un periodo di formazione in appositi campi scuola organizzati da Cngei a livello nazionale”.
Ogni sezione Cngei può darsi un nome specifico e quella perugina si è dato quello di Fiore Rosso. Il termine deriva dal Libro della Giungla di Kipling, il testo a cui tutte le sezioni Cngei si rifanno per spiegare i propri valori ai loro giovani scout. Nel romanzo il fiore è sia conoscenza che il fuoco che spaventa gli animali.
“Anche se a prima vista educare dei bambini attraverso un libro di fine ‘800 può sembrare un po’ antiquato, nelle riunioni nazionali che avvengono annualmente tra i capi scout delle varie sezioni esce sempre fuori che il libro piace ancora moltissimo, sia per le sue modalità che per i suoi contenuti!”, spiega Morgana.
Eventi futuri
A breve la sezione del Fiore Rosso avrebbe dovuto fare un’uscita di due giorni in cui chi avesse voluto avrebbe potuto chiedere di fare “la promessa” e avere così il foulard, tratto distintivo di ogni sezione scout. Poco dopo avrebbero organizzato anche un’uscita più lunga a Gualdo Tadino, dalla durata di 10 giorni ma a causa dell’emergenza sanitaria tutto è stato rimandato a data da destinarsi.
Il passaggio di testimone
Per fare sì che queste attività possano svolgersi regolarmente però torniamo al problema iniziale. “Nonostante ci sia stata molta collaborazione da parte dei genitori in questo primo momento dove i bambini sono ancora molto piccoli – sottolinea Gabriella – serviranno altri operatori. Noi abbiamo gettato le basi ma non possiamo assicurarne la continuità”.
“Anche perché – continua Morgana – questa sarebbe stata per i ragazzi la prima annata con un anno di esperienza alle spalle che è un aspetto molto importante per la vita scout! Questo infatti dà la possibilità di usare tra i vari strumenti educativi anche modalità più autonome come l’educazione tra pari: un sistema in cui la conoscenza si trasmette tra “pari grado”, cioè tra persone simili, in questo caso per età. In questa prospettiva alcuni dei valori Cngei sono trasmessi agli scout più giovani da un gruppo di scout più esperti”.
Perciò, se nei prossimi giorni vedrete circolare sui vostri social qualche post de il “Branco Fiore Rosso Perugia”, sappiate che chi vi parlerà saranno proprio Morgana, Gabriella, Sofia e Adel.
Articolo di Andrea Barcaccia
Foto di proprietà della sezione Fiore Rosso Cngei Perugia